Madonna di Trevignano, stop ai raduni ma un fedele si presenta: “Assurdo impedirci di pregare”
Angelo non sapeva dello stop dei raduni di preghiera a Trevignano. Oggi, 3 settembre, si è presentato come sempre fuori dal Campo delle Rose ma ha trovato un lucchetto al cancello e tutto smantellato. Qualche giorno fa infatti il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Gisella Scarpulla, meglio nota come la veggente della Madonna di Trevignano. Il Comune ieri tramite i vigili urbani ha messo i sigilli al campo, che da proprietà privata dell'associazione Madonna di Trevignano Romano Ets Onlus è diventato dell'amministrazione comunale.
La delusione
"Non sapevo nulla, mi hanno avvisato quando ero a soli dieci minuti da qui – racconta Angelo mentre osserva l'ingresso chiuso con un grosso lucchetto – vengo da un'altra regione quindi ho fatto un lungo viaggio per essere qui, se avessi saputo sicuramente avrei rinunciato". Va detto, la comunicazione ai fedeli c'è stata e sembra essere stata recepita, anche perché lungo la strada che costeggia il Campo delle Rose c'è solo Angelo, un gruppetto di giornalisti e due residenti del Comitato per la legalità.
Ieri infatti sulla pagina Facebook "La Regina del Rosario" è stato pubblicato un invito a non andare al campo delle preghiere, ma di seguire la recita del rosario solo da casa, attraverso il canale Youtube. A dirla tutta, lungo la strada sterrata che porta al primo parcheggio disponibile (le macchine non possono più accedere alla strada del campo) era presente un piccolo gruppo di fedeli, nascosti dalla vegetazione e intenti ad ascoltare la diretta di Gisella.
La bocciatura e i sigilli
I sigilli sono arrivati dopo che il 27 agosto scorso il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da GisellaScarpulla e dall'associazione Madonna di Trevignano Ets Onlus, assistiti dall'avvocato Adriano Tortora, confermando l'ordinanza del Comune di smantellamento dell'area. Il campo è diventato di proprietà del comune poiché l'associazione non avrebbe rimosso i manufatti abusivi entro i termini previsti di 90 giorni. Per i giudici croci, sedie, pali della luce, ombrelloni erano tali da ipotizzare "un significativo incremento del carico urbanistico in area agricola, per la presenza di un numero cospicuo di persone ogni volta che vengono organizzate le manifestazioni di culto".