Madonna di Trevignano, l’ex fedele che ha denunciato Gisella: “Ridotto in schiavitù mentale”
"Mi hanno raggirato per soldi, ero spinto a donare centinaia e migliaia di euro, con l'illusione che se se io e mia moglie stavamo bene lo dovevamo a Scarpulla, che ci faceva da tramite con la Madonna". A parlare è Luigi Avella, l'ex fedele della veggente di Trevignano Romano, che ha donato volontariamente 123mila euro all'associazione che fa capo ai coniugi Cardia. Ospite alla trasmissione Mattino Cinque condotta da Federica Panicucci in un servizio di Paolo Capresi, ha spiegato di aver fatto un'integrazione ad una querela, presentandosi ieri pomeriggio alla caserma dei carabineiri di Tor Bella Monaca, accompagnato dalla sua avvocata Lara Serao. I coniugi Cardia sono indagati per truffa aggravata in concorso tra loro. Dagli elementi emersi anche nella denuncia di Avella e in altre che sono arrivate alle forze dell'ordine i coiugi Cardia "sfruttavano la fede delle persone per denaro".
"Temevamo di perdere l'intercessione di Gisella"
Luigi Avella è stato in passato uno dei fedelissimi di Gisella, tanto da ricevere da lei la richiesta di accompagnarla all'altare in occasione dell'anniversario di nozze. "Ho donato ai coniugi Cardia convinto che ci fosse un fine diverso per il denaro e durante il perioco del Covid-19 300 euro al mese. "Mi facevano credere che dovevo tanto alla Madonna che attraverso la veggente mia aveva "graziato" così venivo spinto a donare sempre di più. Avella si riferisce ad un fatto specifico, o meglio alla gravissima condizione di salute nella quale si trovavano tempo fa lui e sua moglie quando sono entrati in contatto con Scarpulla. Lei era in fin di vita dopo un incidente stradale, lui aveva avuto tre trombosi e due emboli polmonari. Entrambi si trovavano in uno stato psico-fisico di grande fragilità.
"Nessuna grazia, guarito grazie alle terapie"
Avella in passato aveva raccontato vari episodi di fantomatiche guarigioni. Gisella Cardia era andata a trovarlo a casa quando stava male, si è messa in ginocchio, gli ha toccato la gamba e gli ha detto di andare subito a fare l'ecografia, perché era guarito. "Il medico del Campus Biomedico dove mi tenevano in cura e il medico mi ha detto che la trombosi si era canalizzata. Gli chiesi stupito se potesse trattarsi di un miracolo. Il medico mi ha risposto veramente no, è ciò che accade ai pazienti che hanno avuto la trombosi prendendo i farmaci anticoagulanti".
"Ci hanno detto di vendere casa e trasferisciti a Trevignano"
"C'era sempre questa Madonnina che parlava e che assicurava guarigioni" spiega Avella. In quest'ottica dunque si comprende come i soldi donati seppur volontariamente abbiano rappresentato una sorta di "polizza sulla vita" e i coiniugi Avella erano spinti a donare. "Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, hanno preteso che lasciassimo la nostra casa a Roma, volevano che la vendessimo con tutti i mobili, ricavarne dei soldi prima di "un imminente terremoto a Roma" durante il quale sarebbe stata distrutta e trasferirci a Trevignano Romano, accanto a loro. I coniugi Cardia durante il periodo del Covid-19 cercavano di raccogliere intorno a loro le persone più vicine, a dire di Gisella la Madonna ci avrebbe salvati se fossimo rimasti tutti insieme proteggendoci dal virus. Proteggendo il piccolo resto".