Madonna di Trevignano: via i permessi, anche la recinzione del campo della veggente diventa abusiva
Annullare l'autorizzazione per la recinzione che racchiude il campo delle presunte apparizioni a Trevignano Romano, alle porte di Roma, sulle rive del Lago di Bracciano. È quanto fatto dall'Ente Parco di Bracciano e Martignano, nel quale ricade il terreno di via Campo delle Rose con vista panoramica. L'appezzamento è infatti privato in quanto acquistato da un ristoratore del posto dall'associazione Madonna di Trevignano, ma allo stesso tempo è sottoposto a vincoli paesaggistici, perché si estende in una zona protetta e d'interesse comunitario, dunque non può essere usato che per l'agricoltura e il pascolo.
A dicembre del 2019 l'Ente Parco aveva rilasciato un nulla osta all'associazione che fa capo a Gianni Cardia, marito di Maria Giuseppa Scarpulla, meglio nota come Gisella Cardia, per la realizzazione di una recinzione intorno al terreno "in pali di castagno e rete metallica e la piantumazione di essenze arboree ed arbustive". Permesso per il quale lo stesso Ente lo scorso venerdì 3 giugno ne ha annunciato l'avvio per il procedimento teso all’annullamento, comunicazione notificata all'associazione Madonna di Trevignano il 31 maggio scorso. Il motivo del dietro front da parte dell'Ente Parco è il fatto che il terreno non è dedicato alla piantumazione, ma ad accogliere raduni di preghiera con centinaia di persone che il 3 di ogni mese si riuniscono per la recita del rosario insieme alla veggente, che sostiene di vedere la Madonna, la quale le affiderebbe messaggi per i fedeli.
"Dopo la rimozione della tettoia abusiva proseguono quindi incessantemente le attività amministrative e giudiziarie che l'amministrazione dell’Ente Parco ha già da tempo messo in atto affinché, sul luogo delle presunte apparizioni, sia ripristinata completamente la legalità in sinergia con il Comune di Trevignano – si legge nel comunicato stampa dell'Ente Parco – Ora l'associazione dovrà rimuovere anche la recinzione". La recinzione dunque dal momento in cui non ha più i regolari permessi dell'Ente Parco si aggiunge ai presunti abusi già contestati nel terreno dei rosari sia dal Parco che dall'amministrazione Comunale di Trevignano Romano. Anche il Comune infatti a metà aprile scorso è intervenuto con un'ordinanza di demolizione e ripristino dei luoghi, contestati gli abusi rilevati in un precedente sopralluogo della polizia locale.