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Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia

Madonna di Trevignano, il direttore del Parco di Bracciano: “Nessun ritardo nel denunciare gli abusi”

Il direttore del Parco di Bracciano e Martignano Daniele Badaloni attraverso Fanpage.it risponde agli attacchi ricevuti rispetto a presunti ritardi nel fermare gli abusi edilizi contestati nel campo dei rosari a Trevignano Romano, dove il 3 di ogni mese si radunano insieme a Gisella Cardia centinaia di persone.
A cura di Alessia Rabbai
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Il direttore del Parco di Bracciano e Martignano Daniele Badaloni
Il direttore del Parco di Bracciano e Martignano Daniele Badaloni
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"Sul terreno del raduno per la preghiera con Gisella Cardia l'Ente Parco di Bracciano e Martignano non ha avuto alcun ritardo nel procedere contro l'associazione Madonna di Trevignano. Abbiamo subito segnalato i manufatti abusivi e siamo intervenuti tempestivamente". Sono le parole del direttore del Parco di Bracciano e Martignano Daniele Badaloni, il quale in esclusiva attraverso Fanpage.it ha risposto agli attacchi arrivati da parte del Comitato della Legalità, del quale fanno parte i residenti e in particolare. In un'intervista rilasciata alla nostra testata Elena Polidori, segretaria del comitato cittadino, ha dichiarato che "Comune ed Ente Parco a distanza di sette anni non hanno fatto nulla per eradicare il fenomeno" e che proprio il Parco sia stato "il grande assente". L'Ente sta valutando attraverso i legali di agire contro alcune persone che continuano a "diffamare il Parco" accusandolo come dichiara la vice presidente del comitato Rossella De Salvo a Rai News di "complicità" rispetto ai raduni che ogni 3 del mese si verificano in cima al paese, nel terreno ‘della discordia' con vista panoramica sul Lago di Bracciano.

"Ente Parco e Comune hanno fatto tutto ciò che dovevano"

Badaloni ha risposto alle accuse che gli sono state rivolte sul fatto che, se avessero agito subito i presunti abusi nel terreno di via Campo delle Rose sarebbero già stati rimossi: "È stato detto che quella dell'Ente Parco è una pozione di comodo e complicità, come se ne avessimo un tornaconto. In questa vicenda abbiamo fatto esattamente ciò che avremmo dovuto fare – chiarisce Badaloni – È vero quanto detto, ossia che la veggente ha iniziato le preghiere collettive nel 2016, ma la vicenda non ha riguardato noi come Ente Parco fino al 2019". Infatti i primi tempi Maria Giuseppa Scarpulla, alias Gisella Cardia, recitava il rosario insieme ai suoi seguaci in casa e, per un periodo, in Chiesa. Tre anni dopo la prima "lacrimazione" della statuetta di Medjugorje la veggente e suo marito Gianni tramite l'associazione Madonna di Trevignano hanno acquistato il terreno in questione da un ristoratore del posto, campo ad esclusivo uso agricolo, che ricade all'interno del Parco di Bracciano e Martignano ed è qui che è entrato in gioco l'Ente.

"Abbiamo informato Procura e Comune degli abusi"

Una volta acquistato il campo, l'associazione Madonna di Trevignano a fine 2019 ha chiesto all'Ente Parco di fare una recizione e mettere degli alberi: "Abbiamo rilasciato l'autorizzazione con nulla osta per la recinzione e la messa a dimora degli alberi, perché essendo un terreno ad esclusivo uso agricolo ciò si poteva fare – spiega il direttore – Loro però non hanno cominciato i lavori subito, ma nella seconda metà del 2020 e non si sono limitati a realizzare la sola recinzione così come da noi autorizzato, ma hanno inziato a mettere altre cose, appunto manufatti abusivi. A quel punto – continua –  siamo subito intervenuti e nei primi mesi del 2021 abbiamo constatato gli abusi, segnalato all'Autorità Giudiziaria, che ci ha confermato l'irregolarità e autorizzato il sequestro dei manufatti abusivi. Quindici giorni dopo, a marzo 2021, abbiamo fatto l'ordinanza di ripristino. Dunque i tempi dell'Ente Parco di Bracciano e Martignano sono congrui. Dopodiché abbiamo mandato l'ordinanza alla Procura e al Comune per gli adempimenti consequenziali e ai controinteressati, che avrebbero dovuto smantellare entro 90 giorni". Gianni e Gisella tramite i loro legali hanno impugnato l'ordinanza e hanno ricorso in tutte le sedi, a settembre 2021 è arrivata la sentenza e di smantellamento, che prevede del tempo per l'attuazione.

Riscorso al Tar contro lo smantellamento

Il Comitato della Legalità ha criticato anche l'amministrazione comunale di Trevignano Romano, sostenendo che si sarebbe mossa tardi contro Gisella Cardia e suo marito Gianni, scegliendo di rimanere in silenzio, nella speranza che il fenomeno si andasse ad esaurire da solo, lontano dall'attenzione dei media, intervenendo con un'ordinanza di demolizione dei manufatti abusivi e di ripristino dei luoghi solo a metà dello scorso aprile. Nel frattempo però il numero delle persone che ogni mese raggiungono il campo con vista panoramica sul Lago di Bracciano è aumentato, almeno fino al 3 aprile, arrivando a un migliaio di seguaci. "Voglio chiarire che l'Ente Parco lavora in sinergia con il Comune, ora l'ordinanza di ripristino consente a quest'ultimo l'acquisizione del terreno, qualora non venissero rimossi i manufatti abusivi ed è la strada migliore da percorrere". Gisella e Gianni Cardia impugneranno l'ordinanza del Comune e depositeranno il ricorso al Tar. Vogliono infatti contestare la rimozione dei manufatti in quanto "nulla di quanto presente affonda nel terreno ma ci poggia solo sopra".

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