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Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia

Madonna di Trevignano, ex seguaci di Gisella: “Manipolati e isolati dalle famiglie, avevamo paura”

Il presidente dell’associazione vittime delle sette si è espresso sul caso di Gisella Cadia a Trevignano Romano, convinto che “sia tutta una montatura, fanno leva sulla fragilità delle persone”. Diverse le testimonianze degli ex seguaci.
A cura di Alessia Rabbai
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Manipolati, allontanati dalle proprie famiglie e isolati, inglobati all'interno di un gruppo, controllati nella quotidianità attraverso la paura e facendo leva sulle fragilità. Il presidente dell'associazione contro le vittime delle sette non ha dubbi: ciò che accade a Trevignano Romano intorno a Maria Giuseppa Scarpulla, meglio nota come Gisella Cardia, ha tutte le caratteristiche per esserlo.

Francesco Brunori, intervistato dal giornalista Paolo Capresi nel servizio andato in onda venerdì 12 gennaio alla trasmissione Mattino Cinque condotta da Federica Panicucci ha spiegato di aver ricevuto tantissime telefonate negli ultimi mesi sul caso di Trevignano Romano e sulle presunte apparizioni della Madonna sulla collina in via Campo Le Rose.

"Credo che sia tutta una montatura, fanno leva sulle fragilità, paure ed ansie. Tanti famigliari di persone che partecipano agli incontri di preghiera del 3 di ogni mese e che seguono Gisella sono molto preoccupati, soprattutto per la loro situazione finanziaria. Ci hanno segnalato un giro di soldi sul quale serve indagare".

Luigi Avella: "Ho avuto paura, quella donna mi ha sconvolto la vita"

Capresi ha raccolto le testimonianze di diversi ex seguaci di Gisella Cardia, tra i quali Luigi Avella, colui che ha donato 123mila euro all'associazione Madonna di Trevignano Ets-onlus: "Gisella e suo marito Gianni parlavano spesso di costruire dei rifugi per nasconderci, un sacerdote direttore dell'associazione mi ha consigliato di acquistare uno stabile con lui insieme al confessore, perché sarebbe arrivato "l'anticristo" e una chiesetta "sottoterra". Ho avuto paura. Inoltre Gisella mi ha detto di aver visto a casa mia un serpente di quattro metri, dicendomi che era un mio famigliare, mi ha terrorizzato e non dormivo più. Quella donna mi ha sconvolto la vita".

"Ci hanno detto fate scorte e barricatevi in casa"

Teresa è un'altra ex seguace di Gisella, che da tempo ne ha preso le distanze: "Gianni ci ha raccomandato di fare scorte di acqua e cibo, perché sarebbero arrivati ‘tre giorni di buio' e avremmo dovuto barricarci in casa. Mi sono spaventata e ho comprato tantissimo cibo, fortunatmente non è successo nulla".

Stesso racconto fatto a Martina: "Gianni ci ha detto che saremmo dovuti restare in casa per tre giorni, sbarrando porte e finestre con assi di legno appendendo le croci di San Benedetto alle finestre per tenere lontano "i demoni". Ogni famiglia doveva stare riunita, perché altrimenti i demoni con la voce e le fattezze dei nostri cari ci avrebbero tentato da fuori. Abbiamo vissuto nel terrore". Stessa testimonianza l'aveva raccolta anche Fanpage.it intervistando una ex seguace.

L'avvocato: "Violenza psicologica sulla quale serve indagare"

Per l'avvocato Elisabetta Aldrovandi "oltre alla manipolazione psicologica per il caso della veggente di Trevignano Romano si configura una vera e propria violenza privata, punibile fino a 4 anni di reclusione. Gisella e suo marito potrebbero aver indotto le persone a mettere in atto dei comportamenti a vantaggio dell'associazione".

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