Madonna di Trevignano, denunciato marito della santona: “Promesso miracoli in cambio di 30mila euro”

Dopo che la procura di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta sul caso della Madonna di Trevignano e delle donazioni a Gisella Cardia, nel centro della bufera potrebbe finire anche il marito della donna. Gianni Cardia è stato denunciato ai carabinieri di Colleferro dall'investigatore privato Andrea Cacciotti, al quale si sono rivolte alcune presunte vittime della sedicente veggente. Gente che avrebbe dato somme anche molto ingenti alla donna – alcuni sono arrivati a 123mila euro – perché asseriva di vedere la Madonna, oltre a ‘moltiplicare gnocchi e coniglio'.

Cacciotti ha dichiarato di essere "in possesso di un documento bancario che prova che il Signor Gianni Cardia si sarebbe impossessato personalmente di 30mila euro inducendo chi glieli ha dati a farlo attraverso promesse di fatti non avvenuti sempre attinenti alla detta attività miracolistica". Questi documenti sono stati consegnati ai carabinieri, che adesso dovranno verificare i conti correnti intestati alla onlus della Madonna di Trevignano per valutare se vi siano gli estremi per un reato.

A Cacciotti si sono rivolte alcune persone che ritengono di essere state vittime di un raggiro. "Si tratta di gente facoltosa, non credo sia un caso", spiega l'investigatore. Da capire se chi abbia fatto questi bonifici si trovasse all'epoca in condizioni di fragilità emotiva e mentale e per questo fosse disposta a credere alle apparizioni della veggente, che per un periodo ha recitato il rosario anche all'interno della chiesa di Trevignano. Un dettaglio, questo, che potrebbe aver indotto i fedeli a credere alle parole della donna. "Non operava nel giardino di casa, ma in chiesa su concessione del vescovo – conclude Cacciotti – e c'è una bella differenza in questo in quanto a credibilità".