Madonna di Trevignano, Carlo denuncia: “Mia sorella fedele di Gisella, non riesco più a vederla”
"Mia sorella è tra i fedelissimi di Gisella Cardia, non riesco più a vederla. Da quando si è avvicinata alla veggente di Trevignano Romano il nostro rapporto è cambiato. Questo luogo è un tritacarne per le famiglie, ha distrutto la mia". A parlare ai microfoni di Fanpage.it è Carlo Lacenere, romano, che ha deciso d'intraprendere una "battaglia personale" contro Maria Giuseppa Scarpulla e suo marito Gianni Cardia, per "portare a galla la verità". Lo abbiamo incontrato fuori dal campo dei rosari il 3 febbraio, ricorrenza mensile in cui a dire della veggente la Madonna le comparirebbe per darle dei messaggi per i fedeli. Un sabato assolato, tiepido e dal sapore primaverle, circa 250 le persone che hanno raggiunto a piedi il terreno in via Campo Le Rose.
"Mi hanno vietato di entrare nel campo dei rosari"
Carlo era fuori dalla recinzione, dove sono rimasti anche i giornalisti, perché da mesi non possono più entrare, assistere e riprendere o fotografare preghiera ed "estasi". "Sono qui per incontrare mia sorella, sta dentro al campo ma non mi fanno entrare" ha detto deluso. L'ingresso è infatti attentamente controllato dai fedelissimi di Scarpulla: i cronisti e le persone contrarie alla veggente restano fuori.
Carlo è profondamente scosso, quello che accade a Trevignano lo ha toccato nel profondo e riguarda i suoi affetti più cari: "Sono una delle persone che soffrono per quello che accade qui. Io, mia sorella e mio cognato avevamo un rapporto bellissimo, fino a quando piano piano si sono allontanati da me. Anni fa sono venuti a conoscenza di Gisella e della statuetta della Madonna che lacrimava tramite passaparola".
"Mia sorella e mio cognato assorbiti completamente da Gisella"
Carlo non ha mai creduto alla storia di Gisella Cardia, alla lacrimazione delle statuette e alle fantomatiche apparizioni mariane di Trevignano, quando la sorella tirava fuori l'argomento da subito si è mostrato scettico e le ha consigliato di fare attenzione."Mia sorella e mio cognato erano accanto a Gisella già dai primissimi incontri di preghiera ai tempi in cui c'era ancora l'allora vescovo Romano Rossi. Hanno voluto raggiungerla subito, hanno lasciato la loro casa a Roma per trasferirsi a Trevignano e starle il più possibile vicino. Ne sono stati completamente assorbiti. Loro adesso abitano a poche centinaia di metri dal campo dei rosari. Ho paura di non vederli più".