Macchinario stacca un braccio al lavoratore agricolo: “Hanno messo l’arto in una cassetta per la frutta”
È vivo per miracolo il bracciante agricolo che ieri, lunedì 17 giugno 2024, è rimasto vittima di un incidente sul lavoro. Stava lavorando in azienda quando un macchinario gli ha tranciato di netto il braccio. Invece di essere soccorso o trasportato in una struttura sanitaria, è stato abbandonato per strada. Soltanto dopo il ritrovamento da parte di un collega sono stati allertati il sindacato e i soccorsi, arrivati sul posto.
Una volta stabilizzato l'operaio, lo hanno trasportato in elisoccorso a Roma, dove è stato sottoposto ad un'operazione d'urgenza stanotte. Dall'intervento si trova in Terapia intensiva, in prognosi riservata. "La prima cosa che ho visto è stato la cassa di plastica nera, come quelle del mercato per la frutta e dentro un braccio – ha spiegato a Simona Berterame per Fanpage.it la Segretaria generale Federazione Lavoratori AgroIndustria (Flai Cgil) di Latina, Hardeep Kaur – Ci ho messo un paio di minuti a capire cosa fosse, all'inizio non pensavo fosse un'immagine reale. Era troppo macabra".
Il racconto della sindacalista: "Non mi sembrava vero"
A chiamare la sindacalista il collega del bracciante ferito, non appena ha appreso l'accaduto. "Mi ha mandato la foto con il braccio in una cassetta di quelle di plastica nera, per la frutta. Non mi sembrava vero, non capivo cosa fosse all'inizio. Ma diceva che era urgente e chiedeva di richiamarlo. Siamo subito corsi da lui".
Una volta arrivati, il lavoratore ferito si trovava ancora lì, in ambulanza. Ma non si trovava nell'azienda agricola. Lo hanno abbandonato lungo la strada verso casa, insieme al braccio e alla moglie. "Era una scena surreale – continua Hardeep Kaur – C'era ancora la cassetta. C'era un'ambulanza e un'eliambulanza. La moglie era devastata, continuava a chiedere di portare il marito in ospedale, non capiva perché si trovassero ancora lì, ma andava stabilizzato. Si buttava ai piedi dei soccorritori. Non conosce una parola di italiano, eppure abbiamo capito tutti quello che provava".
L'uomo dall'azienda agricola è stato trasportato nel punto in cui lo hanno abbandonato su un furgoncino bianco. Nel veicolo, con lui, il padrone, il caporale indiano e la moglie. "Si è sentita tradita dal caporale, loro connazionale. Per fortuna, a mostrare l'altro lato della medaglia, c'era il collega che ha chiamato i soccorsi", continua la sindacalista.
L'allarme e l'arrivo dei soccorsi
Il collega stava tornando a casa, quando il furgoncino bianco del padrone gli è sfrecciato accanto. "Ha detto che per poco non lo investiva. I due lavoravano insieme. Aveva staccato 15 minuti prima, stava rientrando in bicicletta. Dopo tre minuti circa di tragitto, mentre il furgone era già corso via, ha trovato al bordo della strada il collega gravemente ferito e la moglie – continua la sindacalista – Lei era nel furgone bianco, per questo è stato possibile ricostruire tutto subito: era fuori di sé, ma era una testimone. E quello che ha visto l'ha raccontato urlando davanti a tutti".
L'incidente nei campi
Secondo quanto ricostruito, l'incidente è avvenuto con un trattore, ora posto sotto sequestro, a cui viene attaccato un macchinario che ritira il telo dei tunnel dove mettono le piantine. La macchina è veloce e usa molta forza, perché in parte il telo è interrato.
"Probabilmente si è incastrata una manica della camicia ed il braccio è stato tranciato di netto. Nel frattempo ha subito molte altre fratture. Non riesco ad immaginare cosa possa aver provato lui o la moglie che ha visto la scena – continua Hardeep Kaur – Mi ha colpito molto il loro legame: è una coppia molto unita. Lavorano insieme. Ieri lui l'aveva vista molto stanca, le aveva detto di farsi accompagnare da un collega con il motorino, per evitare di tornare con lui in bici, ma lei ha preferito aspettarlo".
L'arrivo dei soccorsi
Lo ha aspettato e ha fatto con lui il tragitto a bordo del furgoncino, prima di essere lasciati per strada. "L'hanno caricato, con il braccio nella cassetta, subito dopo l'incidente. Hanno percorso due o tre chilometri di campo, poi altri sette o otto di tragitto con il furgone. Avranno impiegato almeno mezz'ora. E lo hanno abbandonato per strada. Neanche davanti ad un ospedale o ad un pronto soccorso – tuona la sindacalista – Io non credo nel panico. Non credo che ci sia un momento in cui ti si annebbia il cervello e fai un a cosa del genere. Hai avuto la lucidità di fare tutto questo e di nascondere la prove. Significa che non hai proprio una coscienza".