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Macchinario stacca un braccio a lavoratore agricolo: abbandonato in strada dai capi

L’uomo è stato lasciato senza un braccio nei pressi della sua abitazione. Soccorso, è stato portato in eliambulanza a Roma in ospedale.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo è stato lasciato in strada dai datori di lavoro con un braccio mozzato. L'arto si sarebbe staccato in seguito a un incidente che l'operaio, addetto al taglio del fieno, avrebbe avuto con un macchinario. Invece di essere soccorso, l'uomo è stato abbandonato in strada, nei pressi della sua abitazione, da un pulmino nove posti. L'uomo è stato poi portato con l'eliambulanza in ospedale a Roma. Sul caso, i cui contorni sono ancora da chiarire, indagano i carabinieri.

A dare notizia dell'accaduto, la Federazione Lavoratori AgroIndustria (Flai Cgil). La Segretaria generale di Latina, Hardeep Kaur, è giunta immediatamente sul posto per vedere cos'era accaduto. "Gravissimo incidente sul lavoro oggi pomeriggio in una azienda agricola in provincia di Latina, nei pressi di Borgo Santa Maria, dove un lavoratore di nazionalità indiana addetto al taglio del fieno ha avuto un braccio staccato da un macchinario e altre gravi fratture; all’orrore dell’incidente si aggiunge il fatto che invece di essere soccorso dai datori di lavoro è stato scaricato come un sacco di rifiuti in prossimità della sua abitazione”, si legge in una nota inviata dal sindacato.

“Sono stata contattata da un lavoratore che mi ha inviato la foto di un arto staccato – ha dichiarato Kaur – spiegandomi che si trattava di un incidente avvenuto a un compagno di lavoro, che in condizioni disperate è stato scaricato in strada da un pulmino nove posti. Non è un film dell’orrore, purtroppo è tutto vero. Qui non siamo solo di fronte a un grave incidente sul lavoro, cosa già di per sé allarmante e evitabile, qui siamo davanti alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta le vite delle persone, la dignità, la salute e ogni regola di civiltà. Questi campi, queste strade, questi borghi e contrade li presidieremo ogni giorno e per le prossime settimane saremo in tantissimi, perché non si può lavorare in queste condizioni”

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