Lutto a Lanuvio per la strage nella casa di riposo: le vittime sono 5 donne tra i 67 e i 100 anni

Lutto cittadino a Lanuvio oggi, 17 gennaio. Lo ha proclamato il sindaco, con un avviso diffuso sul sito istituzionale e social network, all'indomani della strage nella casa di riposo Villa dei Diamanti nella quale cinque anziani sono morti per una fuga di monossido di carbonio. Una domenica di silenzio nel Comune alle porte di Roma, che dopo i drammatici fatti di ieri si risveglia, la comunità si stringe intorno al dolore delle famiglie che hanno perso i propri cari improvvisamente, nell'arco di una notte. Nella casa di riposo di via Monte Giove Nuovo è stato inoltre scoperto un focolaio Covid, a seguito del quale sei operatori e nove anziani sono risultati positivi al coronavirus. "La Giunta Comunale, vicina ai familiari delle persone decedute all'interno della casa di riposo, ha proclamato il lutto cittadino – si legge nel post dell'amministrazione comunale – Nel rispetto del lavoro degli inquirenti che è ancora in corso, si precisa che la struttura è in possesso dei requisiti previsti dalla legge in termini urbanistici e di ogni altro per quanto di competenza comunale".
Cinque anziane morte nella casa di riposo di Lanuvio
Le vittime della fuga di monossido di carbonio nella casa di riposo di Lanuvio sono cinque donne, Maria Macci, di quasi cento anni, originaria di Boville Ernica, in provincia di Frosinone, Agnese Catapano, 71 anni, di Lanuvio, Teresa Venturini, ottantasettenne nata a Rimini, Maria Laura Minelli, 89 anni, di Castel Gandolfo e Giuseppina Valentino, la più giovane delle cinque, sessantasettenne romana. Tutte sono morte mentre dormivano. Un bilancio drammatico. Oltre alle vittime sono sette le persone gravemente intossicate, tra le quali anche due operatori, che sono state ricoverate in ospedale.
La disperazione dei famigliari delle vittime
"Lo abbiamo saputo dai telegiornali, nessuno ci ha informato o telefonato è assurdo". Appresa la notizia dalla televisione, i famigliari delle vittime provenienti da Comuni del Lazio e da fuori regione si sono precipitati per accertarsi che i propri cari stessero bene. "Non so neanche se mio padre è vivo o è morto, dove si trova, se sta bene" sono le parole disperate di una donna, figlia di un ospite della casa di cura. Sul caso la Procura ha aperto un'inchiesta, indagano i carabinieri, che dovranno far luce sull'accaduto, mentre l'edificio è stato posto sotto sequestro e gli ospiti sono stati trasferiti ad altre strutture del territorio.