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L’uomo sequestrato per non aver pagato l’affitto: “Fumavano crack mentre mi colpivano col machete”

Parla l’uomo sequestrato e quasi ucciso da cinque uomini per non aver pagato l’affitto. “Erano delle bestie, volevano ammazzarmi perché avevo presentato tre denunce contro di loro”.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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"Quando sono arrivato nella villetta di Santoro, a Castel Gandolfo, lui era proprio inferocito con me perché erano arrivate le notifiche delle denunce dei carabinieri, così mi hanno portato al primo piano e poi verso le nove di sera al secondo. Sono sicuro che mi avrebbero ammazzato. Con la scusa di andare in bagno, sono scappato dalla finestra". A parlare, in un intervista rilasciata a Il Messaggero, è l'uomo di 38 anni sequestrato e massacrato di botte da cinque persone in una villetta di Castel Gandolfo.

Il 38enne, che adesso si è trasferito dal padre a Pavona, ha raccontato quegli attimi terrificanti in cui è stato sequestrato, massacrato di botte e quasi ucciso dal suo proprietario di casa e quattro scagnozzi, ora in carcere per tentato omicidio.

"Non riesco più a dormire la notte, mi fa male tutto il corpo, i punti sulle gambe per i colpi con il machete, ho un dolore fortissimo alle costole. È stata un'aggressione spietata, selvaggia, crudele, mentre mi picchiavano fumavano il crack. Erano delle bestie, volevano ammazzarmi perché avevo presentato tre denunce contro di loro".

L'aggressione sarebbe stata orchestrata perché l'uomo si era trovato in difficoltà con l'affitto, e a causa di altre vessazioni dal padrone di casa, aveva sporto denuncia per tre volte. Una cosa che l'uomo non avrebbe digerito, decidendo quindi di vendicarsi dell'ex amico. "Ha pagato i suoi amici, gli ha dato duemila e 400 euro per ammazzarmi, perché io gli avevo causato tanti danni con le tre denunce che avevo presentato. Quando stavo lì, nel villino in via Santo Spirito, mi ha detto che i soldi chiesti dall'avvocato aveva preferito darli ai suoi amici per farmi fuori".

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