L’ultima carta sullo stadio della Roma a Pietralata: l’ipotesi progetto definitivo senza scavi
Se i problemi relativi ai sondaggi archeologici non dovessero risolversi in tempi brevi, Campidoglio e As Roma stanno pensando di giocarsi l'ultima carta a disposizione: presentare il progetto definitivo sullo stadio della Roma senza effettuare tutti gli scavi richiesti dalla Soprintendenza nell'area dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto di Pietralata. Insomma, andare avanti con l'iter di approvazione e riprendere, soltanto in una seconda fase, le ricerche e gli studi sul sottosuolo. Con l'enorme rischio che eventuali ritrovamenti di pregio possano bloccare in futuro la realizzazione dell'opera.
Ieri il tribunale ha dato ragione al ricorso presentato da un residente che lamentava la ‘turbativa del possesso'. Di fatto, quindi, i tecnici dell'As Roma non possono accedere e lavorare in alcune zone di Pietralata finché in Campidoglio non rientrerà formalmente e concretamente in possesso di quei terreni. L'iter è in corso, ma come ammesso dall'assessore all'Urbanistica Veloccia, ci vorranno alcuni mesi per risolvere il problema. In più, il prossimo primo agosto il Tar dovrà pronunciarsi sulla sospensiva allo sgombero.
Se la questione urbanistica legata all'accesso dei tecnici dell'As Roma su alcuni terreni di Pietralata non dovesse risolversi in tempi celeri, il sindaco Gualtieri e l'As Roma sarebbero pronti a fare un passo ulteriore: presentare il progetto definitivo dello stadio e continuare in questo modo l'iter dell'approvazione definitiva con l'avvio della Conferenza dei servizi decisoria. Tutto questo, prima del via libera della Soprintendenza.
L'eventuale parere positivo sullo stadio della Roma sarebbe in questo modo condizionato al buon esito degli scavi archeologici, che verrebbero completati soltanto in un secondo momento. Il rischio, come detto, è altissimo: in caso di ritrovamenti importanti (e nell'area i resti di epoca romana già noti non mancano) tutto si bloccherebbe nuovamente e la Soprintendenza potrebbe chiedere ulteriori verifiche e addirittura disporre un cambiamento di disposizione dell'impianto.
Questa procedura, se pur rischiosa, consentirebbe all'As Roma di fare passi avanti concreti nell'iter di realizzazione del nuovo stadio in attesa della risoluzione dei problemi burocratici per i sondaggi. In ogni caso, come abbiamo raccontato, anche mettendo da parte le questioni archeologiche, il sì all'impianto è tutt'altro che scontato: nel progetto definitivo, infatti, l'As Roma dovrà fornire risposte concrete e convincenti alle prescrizioni dell'Assemblea Capitolina, che riguardano soprattutto mobilità, parcheggi, trasporto pubblico e questioni ambientali.