L’odissea di Paula: “Morta in attesa di un’ambulanza, chi ha sbagliato deve pagare”
Centocinquantasette sono i minuti che ha atteso Paula Onofrei prima di essere soccorsa dagli operatori di un'ambulanza. Sono oltre due ore e mezza di attesa, un tempo lunghissimo se ti senti male ed hai bisogno di cure. In quel lasso di tempo vengono effettuate quattro chiamate al 118. A chiedere aiuto è la sorella minore Rebecca, che si trova a casa con Paula. Due giorni prima era andata al pronto soccorso perché lamentava crampi addominali forti. Lì sospettano si tratti di una semplice colite e dopo ore di attesa in sala d'aspetto Paula decide di tornarsene a casa nonostante i dolori lancinanti. La mattina del 23 luglio la sue condizioni precipitano e la sorella Rebecca decide di chiamare un'ambulanza.
"Mia sorella sta male, non sente più le mani e i piedi". "Arriviamo", rispondono dall'altro capo del telefono ma ci vorranno quasi tre ore e altre tre telefonate prima dell'arrivo dei soccorsi. "Quando sono arrivati era troppo tardi – continua a ripetere Rebecca – Mia sorella si poteva salvare, si poteva fare di più invece è morta davanti ai miei occhi". Il giorno della tragedia Artemiza, la mamma di Paula, si trovava in Romania e perciò ha potuto solo assistere inerme agli eventi attraverso un telefono: "Voglio sapere chi è colpevole di tutto questo – ci dice Artemiza – chi ha sbagliato deve pagare, mia figlia non tornerà più ma almeno deve avere giustizia".
Le indagini
Ora la parola passa alla Procura di Roma, ma vista la complessità della vicenda, le indagini potrebbero prolungarsi fino alla prossima estate. Nel frattempo Ares fa sapere di aver avviato un'indagine interna. Dal canto suo la famiglia Onofrei, seguita dagli avvocati Aurelio Padovani, Pasqualina Monaco e Sara De Vincenzi, ha consegnato tutti gli elementi a loro disposizione tra cui ci sarebbe anche uno screen a testimoniare gli orari delle telefonate tra Rebecca e il 118.
Gli inquirenti dovranno stabilire cosa si è inceppato nella macchina del soccorso, ovvero se effettivamente quel giorno non c'erano ambulanze disponibili a Roma e perché. L'altro interrogativo è se Paula avrebbe avuto una chance di salvarsi con un intervento tempestivo. Il decesso è avvenuto a causa di uno shock settico causato da ulcera duodenale perforata, un caso molto raro. Ma il nodo della questione è stabilire se la giovane avrebbe potuto sopravvivere se l'ambulanza fosse arrivata prima.