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Lo sfogo di Pietro Orlandi: “Fango su Emanuela e tutti noi, non comprendo questa cattiveria”

Pietro Orlandi torna a parlare dopo le notizie degli ultimi giorni e si sfoga: “Continuano a girare il coltello nella ferita di chi ha subito già tanto, non comprendo questa cattiveria”.
A cura di Beatrice Tominic
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Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, se lo aspettava: "Come previsto, dopo la mia convocazione qualcuno ha iniziato a prepararsi al solito lancio di fango per tentare ovviamente di screditare il sottoscritto con la solita lista di falsità, con le solite insinuazioni sulla famiglia tutta, non solo su Emanuela", si sfoga dopo le tante notizie uscite in questi ultimi giorni, a meno di un mese dall'anniversario della scomparsa. Da quando, lo scorso 9 maggio, sono iniziate le audizioni e, per primi, sono stati ascoltati i membri della famiglia Orlandi, il fratello Pietro e le sorelle Natalina, Federica e Maria Cristina e la sorella di Mirella Gregori, Maria Antonietta.

"Io non comprendo questa cattiveria, questa voglia di fare del male a chi ha subito tanto, continuare a girare il coltello nella ferita delle persone per fare male, male, male", aggiunge poi.

Pietro Orlandi: "Vogliono creare problemi alla commissione bicamerale"

Nelle righe scritte da Pietro Orlandi e affidate ai social network, Orlandi non fa sconti a nessuno: "Escono articoli di siti mai sentiti fino a poco tempo fa, vogliono creare problemi alla commissione. Questa gente frustrata è perversa nel cervello. Un giornalista scrive nel suo ultimo articolo che fare sesso con una quattordicenne non è reato, se fosse accaduto con Emanuela, quindicenne, quindi, non sarebbe reato. Sarebbe da arrestare solo per questo".

L'accusa di voler creare problemi alla commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. "Vogliono screditarci, è successo di nuovo, dopo che siamo stati ascoltati in audizione. Hanno iniziato con le solite falsità, con le solite insinuazioni. Questo è significativo perché si continua con la necessità di creare problemi alla Commissione. Ma noi abbiamo le spalle forti".

Il ritorno dei diari di Emanuela Orlandi sequestrati dagli agenti segreti

Nelle ultime settimane sono tornati alla ribalta alcuni elementi del caso. A partire dai diari di Emanuela Orlandi presi dagli agenti segreti prima dell'arrivo della polizia. "Ci sono riferimenti a Giovanni Paolo II, scherzi in cui si allude a relazioni fra la ragazzina e Wojtyla", hanno scritto alcuni.

Ma, anche in questo caso, non si è fatta attendere la risposta di Pietro, a Fanpage.it: "Non è un diario segreto, ma uno di scuola. Tutti avevano accesso a quell'agenda. La prendevano in giro, la chiamavano suora. Ma non è niente di nuovo. Ora torneranno a parlare anche delle assenze a scuola, tutte giustificate da mia madre, come se si trattasse di un'anomalia. Ci siamo già passati, eppure c'è chi cerca sempre e in ogni modo di calpestare la dignità di una ragazzina di 15 anni, come mia sorella".

Il manifesto per la scomparsa di Emanuela Orlandi a sinistra e Ali Agca a destra.
Il manifesto per la scomparsa di Emanuela Orlandi a sinistra e Ali Agca a destra.

Ali Agca torna a parlare di Emanuela: "Mi resta poco da vivere, voglio dirvi la verità"

Dopo le audizioni dei familiari e quelle dei giornalisti, fra cui Sarrocco che ha sottolineato come, a suo avviso, i casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori siano completamente scollegati, un altro personaggio che ha parlato più volte della sparizione delle ragazze, è tornato a parlare. Si tratta di Ali Agca, l'attentatore che nel luglio del 1981 ha tentato di uccidere papa Giovanni Paolo II. "Ho un tumore e mi resta poco da vivere: voglio dire la verità", le sue parole.

Agca è stato associato al caso dopo una telefonata dell'Americano, definito così per il suo accento anglosassone e dopo i primi comunicati a firma del Fronte Liberazione Turco Anticristiano "Turkesh". Da quel momento, a più riprese, ha fornito delle versioni sul caso. "Le hanno rapite per chiedere la mia liberazione", ha dichiarato spesso. "Si tratta del terzo segreto di Fatima", ha aggiunto. "Sono vittime di un intrigo politico e religioso". Tutte versioni che, ai più, sono spesso apparse confuse e contradditorie.

Soltanto pochi giorni fa, però, ha chiesto di essere ascoltato dalla commissione bicamerale di inchiesta: "Mi pago da solo il volo per l'Italia, ma voglio essere ascoltato. Se dovessi mentire, arrestatemi".

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