Lo chef di Colleferro e la cena nella scuola di Willy: “Da quando è morto, lavoro anche per lui”
"All’inizio la morte di Willy mi ha bloccato, quella mancanza mi ha investito. Un’ora prima del pestaggio ci siamo salutati velocemente fuori i locali, con la promessa di farci una birra insieme prima o poi. Mi è rimasto l’amaro in bocca. Dai per scontato certe cose, siamo giovani non ci può succedere niente, ci saremo rivisti. Ho provato un vuoto costante in quel periodo, i giorni dopo l’omicidio non riuscivo neanche ad avvicinarmi al luogo dove tutto è accaduto”.
Samuele Chelucci ha 25 anni, è di Colleferro e fa il cuoco a Milano. Parla di un vuoto che lo ha immobilizzato, tanto da non poter passare vicino Largo Oberdan, dove c’è l’altare spontaneo pieno di lumini, di fiori, di bandiere capoverdiane, di foto e disegni con il viso di Willy Monteiro Duarte, il giovane cuoco di Paliano ucciso a calci e pugni la notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, di fronte i locali di Colleferro. La difesa di un suo amico coinvolto in una lite si trasforma in attimi di feroce violenza; in un pestaggio di pochi secondi che gli costerà la vita.
A più di due anni di distanza dalla sua morte, quell’intromissione e quel tentativo di mettere pace restano un esempio di coraggio per tutta Italia. La scomparsa di Willy Monteiro Duarte ha sconvolto il Paese e ha traumatizzato le comunità locali: Paliano, Colleferro e Artena, ossia il paese dei quattro condannati in primo grado dai giudici del Tribunale di Frosinone. Ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, 23 anni di reclusione per Francesco Belleggia e 21 per Mario Pincarelli.
Come si fa a tenere viva la memoria di questa storia? In tutti e tre le città coinvolte ci sono murales con il volto di Willy, ci sono diversi striscioni con scritto “Giustizia per Willy”, vengono organizzati appuntamenti per ricordare quella notte, le associazioni e le scuole curano progetti e percorsi contro la violenza. Il Comune di Colleferro trasformerà il luogo dell’omicidio in una piazza bianca dedicata all’aggregazione giovanile. Ma Samuele Chelucci si è fatto anche un’altra domanda: “Volevo capire come trasmettere la storia di Willy nel mondo della ristorazione. Io e Willy abbiamo fatto la stessa scuola, l’alberghiero a Fiuggi. Ho qualche anno in più a lui, ho fatto il rappresentante di istituto e ho ripensato spesso ai momenti in cui ci incontravamo nei laboratori di cucina, alle assemblee e ai tragitti in autobus. Non è un’esagerazione, i suoi amici più cari lo possono confermare, Willy riusciva a strapparti un sorriso pure se la giornata ti era andata male. All’inizio non sapevo cosa fare per ricordarlo, poi ho pensato che uno dei modi per non dimenticare Willy fosse continuare il suo sogno, cioè fare il cuoco. Così ho proposto di organizzare una cena sociale nella nostra scuola, coinvolgendo tanti ex alunni dell’alberghiero che oggi sono cuochi, ristoratori e chef stellati.
“Non cucino più soltanto per me, lavoro anche per Willy e con lui”
C’è chi è andato a lavorare Londra, chi a Berlino, chi a Dubai, chi ha aperto un ristorante in zona, e chi come Samuele sta lavorando nelle cucine di un ristorante di Milano. Venerdì 20 gennaio torneranno tutti a Fiuggi, dove hanno iniziato conoscere il mondo delle cucine, della sala, dei ricevimenti e della ristorazione. Si rivedranno nell’aula magna dell’Istituto Alberghiero M. Buonarroti, il giorno in cui Willy avrebbe compiuto 23 anni. “Abbiamo scelto di organizzare la cena il giorno del suo compleanno. Alcuni ex alunni neanche conoscevano Willy però hanno condiviso la stessa scuola, lo stesso percorso fatto di tirocini, colloqui, cambi di ristoranti, di bar, di alberghi. Vengono da questo territorio e sono rimasti colpiti dalla vicenda. Appena li ho contattati mi hanno confermato subito la loro disponibilità. Willy voleva fare il cuoco, in qualche modo con il nostro lavoro continuiamo il suo obiettivo. Non cucino più soltanto per me, lavoro anche per lui e con lui", racconta a Fanpage.it Samuele Chelucci.
Nei laboratori dell’alberghiero di Fiuggi ci saranno nomi importanti della cucina italiana, come lo chef stellato Donato Ascani, l’executive chef Michele Esposito, lo chef e professore Felice Santo Donato. E anche la sala sarà gestita da personalità emergenti nel mondo dell’accoglienza e del ricevimento, tra cui Carlotta Cenedese, che ora lavora per un importante ristorante stellato di Milano. Nella vita hanno tutte e tutti grembiuli di ristoranti rinomati, di cucine eccellenti, ma il 20 gennaio indosseranno la stessa divisa. “Saremo riconoscibili come ex alunni dell’alberghiero, proprio come Willy. Per questo avremo gli indumenti della Casa della divisa, realtà che sostiene l’iniziativa e che rifornisce anche la scuola. Con parte dei fondi raccolti vogliamo assicurare la possibilità di acquistare un buon numero di divise da donare all’istituto, soprattutto per alunni in difficoltà economiche”, continua Chelucci.
Alla cena sono previste un centinaio di persone, hanno già confermato alunni, ex alunni, docenti, amiche e amici di Willy, la sua famiglia, le istituzioni locali, e anche chi semplicemente ha scelto di sostenere la proposta di Chelucci. Oltre all’acquisto delle divise, parte del ricavato sarà utilizzato per sostenere l’apertura di un albergo sociale ad Alatri, in provincia di Frosinone. Nella cittadina ciociara, l’associazione di volontariato Insieme Alatri sta raccogliendo fondi per aprire un hotel gestito da persone con la sindrome di down. Un’iniziativa che Samuele e gli altri organizzatori vogliono rafforzare con le donazioni della cena.
Il professore di Willy: "Un’idea bellissima nata dal basso"
È un menù d’eccezione quello scelto dagli ex alunni, che possono contare sull’aiuto di fornitori locali, di aziende vinicole del territorio e di filiere corte scelte da Slow Food. I docenti dell’alberghiero rivedranno tra i corridoi della scuola anche ex alunni di dieci e quindici anni fa. Sono voci che potranno raccontare con una maggiore dose di realtà un settore che è spesso celebrato ma poco conosciuto per le sue difficoltà lavorative.
“È partito tutto dagli ex alunni, è una cena nata dal basso, un’idea bellissima. La scuola si è messa subito a disposizione perché abbiamo riconosciuto il valore di questo appuntamento. Con il passare del tempo ricordare Willy deve essere un impegno concreto per il nostro istituto, per ricordare anche che quella sera stava andando a divertirsi dopo aver finito il suo turno in cucina, nell’hotel tra Colleferro e Artena”, spiega a Fanpage.it Giuseppe Amati, docente di Sala e ricevimento al Buonarroti di Fiuggi. Willy è stato un suo alunno durante il biennio. “Era uno studente in gamba, gioioso. Alla fine del biennio mi sarebbe piaciuto averlo nel percorso di sala e ricevimento, ma lui voleva fare il cuoco”.
Nell’ultimo post pubblicato da Willy Monteiro Duarte sul suo profilo Instagram c’è una foto in bianco e nero di un piano cottura. “Life”, c’è scritto nella didascalia. La sua vita era anche lì, nelle cucine, nei ristoranti, nello studio dei piatti da preparare. Per Samuele Chelucci e per gli altri organizzatori, questa cena è un modo per riprendere quel futuro spezzato e renderlo immaginabile, omaggiando Willy insieme, lavorando dietro i fornelli della loro scuola.