L’Istituto per sordi di Roma è a rischio chiusura: troppi debiti per la scuola attiva dal 700

Quella che si trova in via Nomentana al civico 56 è stata la prima scuola per persone sorde in Italia, fondata nel 1784. L'Istituto Statale per Sordi, diventato ormai un Ente oggi rischia di chiudere a causa dei pochi fondi disponibili e della presenza di lavoratori precari.
L'Istituto, che rappresenta ancora un punto di riferimento per tutte le attività di formazione e ricerca per le persone sorde, come si legge in un articolo di Leggo, oggi conta un disavanzo di circa 2 milioni di euro. A lanciare l'allarme per il rischio di chiusura dell'Istituto sono state le associazioni che portano avanti le attività del centro, come Anios, l'Associazione interpreti di lingua dei segni italiana, il gruppo Silis, Il treno e la Compagnia teatrale laboratorio zero.
L'allarme per la chiusura della scuola
Queste associazioni, infatti, da tempo denunciano la situazione: "Dal 2007 l'Istituto è sotto commissariamento straordinario. Nel corso di questi due decenni la situazione economica dell'Istituto, in passato florida, è andata fortemente peggiorando e oggi il disavanzo è di 2 milioni di euro".
A causa di questa somma mancante, oggi sono sorti problemi per provvedere al pagamento degli stipendi, ma anche per mantenere in funzione attrezzature e spazi. Inoltre il commissario, adesso, pretenderebbe un canone di locazione dalle associazioni impegnate da decenni nelle attività dell'Istituto: sono proprio questi gruppi che hanno richiesto di avviare un tavolo di consultazione con i Ministeri, i rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, le organizzazioni sindacali e la Commissaria straordinaria al fine di trovare nuove possibilità di finanziamento.
Le proteste in corso dal mese di novembre
Lo scorso novembre le lavoratrici e i lavoratori precari dell'Istituto Statale per Sordi di Roma hanno organizza un sit- in sotto al Ministero dell'Istruzione, come si vede nella foto di apertura, per chiedere che vengano garantite condizioni di lavoro dignitose per loro e il pieno diritto allo studio degli studenti e delle studentesse: lo scopo, infatti, è stato e resta ancora oggi quello di non chiudere l'istituto.