Lisa morta dopo il trapianto di midollo osseo, il papà: “Sparita una cartella clinica”
"Una cartella clinica di mia figlia è sparita". Sono le parole di Maurizio Federico, il papà di Elisabetta, detta Lisa, la diciassettenne morta a seguito di un trapianto di midollo osseo il 3 novembre del 2020 all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Come riporta Il Corriere della Sera in un articolo a firma di Fabrizio Peronaci, il genitore due giorni fa, accedendo sul portale dedicato dell'ospedale, con le credenziali in suo possesso, si è accorto della mancanza di una delle tre cartelle cliniche presenti nel sistema, la più importante, proprio quella di 900 pagine, che riportava i dati clinici e di analisi riconducibili alla fase precedente al decesso della giovane. Le altre due cartelle cliniche invece erano lì. Maurizio non sa darsi una spiegazione alla scomparsa della documentazione della figlia, ma sospetta che qualcuno l'abbia tolta, per nascondere qualcosa in vista di un'azione giudiziaria della famiglia per far luce sulla scomparsa di Lisa. Il Bambino Gesù di contro respinge ogni accusa, specificando che tutte le cartelle cliniche della ragazza sono state consegnate alla famiglia tra novembre e dicembre 2020.
Elisabetta Federico morta dopo un trapianto di midollo osseo
Elisabetta, figlia adottiva insieme al fratello del responsabile del Centro per la salute globale dell'Istituto Superiore di Sanità e da Margherita Eichberg, soprintendente dell'Area Metropolitana di Roma, Viterbo e dell'Etruria Meridionale, a marzo 2021 avrebbe compiuto diciotto anni, ma è morta dopo aver subito un trapianto di midollo osseo ricevuto da una donatrice tedesca, che purtroppo non è andato a buon fine. La notizia della morte della giovane ha scosso l'opinione pubblica, successivamente i genitori di Lisa hanno condiviso sui social network una lunga lettera sulla vicenda della scomparsa della figlia e sul lavoro dei medici che l'hanno operata ed è partita una raccolta firme. La vicenda ha portato il ministero della Salute prevedere delle nuove linee guida, raccomandando ai medici di avere a disposizione un donatore di riserva, un piano B, nel caso in cui, com'è accaduto per Lisa, il piano A non dovesse funzionare.