Liceo Tasso, gli studenti: “Sospesi per l’occupazione? Ci assumiamo responsabilità di un gesto politico”
Hanno applaudito ai provvedimenti disciplinati presi dal preside dopo l'occupazione del liceo Tasso a Roma, ma non si sono chiesti per quale ragione gli e le studenti protestassero. Come chi, quando si indica la luna, resta fermo a guardare il dito. Si è parlato dei 5 in condotta, delle sospensioni e dei lavori socialmente utili il pomeriggio, ma cosa chiedono davvero studenti e studentesse?
Ce lo siamo fatti spiegare da loro. Due studenti del Collettivo Politico del Liceo Tasso hanno raccontato a Fanpage.it del malcontento dentro alle mura scolastiche e di tutto ciò che vorrebbero affinché la scuola, non soltanto la loro, cambi. Una scuola che possa gettare le basi per una società più uguale.
"Tutti si sono espressi su quanto accaduto nel nostro liceo, pure il ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara, parlando di scuola costituzionale e democratica. Ma nessuno ci ha mai chiesto per quale ragione abbiamo iniziato la nostra protesta, fatta anche di assemblee e richieste di tavoli di discussione", spiegano.
"Per noi una scuola democratica non può non essere inclusiva, aperta a tutte e tutti e al dialogo – continuano – Vogliamo una scuola che azzeri le disuguaglianze. Di genere, classe, nazionalità ed etnia. Una scuola transfemminista, quindi antisessista, antirazzista e antifascista".
Concretamente, questo può e deve avvenire, secondo loro, già dai programmi di studio. "Vogliamo leggere di figure e autrici donne, conoscere il punto di vista del Sud globale e maggiori approfondimenti sulla crisi climatica. Che in aula, oltre alla didattica, entri anche un dibattito reale e interdisciplinare, che troppo spesso manca".
La scuola, le cronache degli ultimi anni ce lo hanno mostrato, troppo spesso è diventata un luogo non sicuro. "Non ci sentiamo tutelate per strada, a casa e in ogni luogo, per questo vogliamo almeno a scuola uno sportello di supporto e prevenzione della violenza di genere, che sia affiancato dai centri anti violenza. E un’educazione alla sessualità e all’affettività, alla cultura del consenso, alla base di ogni rapporto umano", continuano.
"Studenti e famiglie non devono essere lasciati indietro, vogliamo fondi per un vero welfare studentesco con accesso per tutti all’istruzione a ogni livello, senza classismi. E che si prenda una posizione di pace su quanto sta avvenendo nel mondo: alle spese militari, preferiamo fondi da destinare all'istruzione. Proprio come viene sottolineato nella Costituzione", aggiungono citando l'articolo 3.
"Questa è la scuola che vogliamo, e continueremo a batterci per vederla realizzata. Al nostro grido hanno risposto non con il dialogo, ma con le punizioni. Hanno svalutato la nostra libertà di espressione e di dissenso. Ma senza dissenso, non può esistere democrazia".