Liceo Albertelli: fra umiliazioni e insulti un decimo degli studenti vuole cambiare scuola
È successo poco più di una settimana fa: una professoressa ha raccontato sul suo profilo personale all'interno di un social network che una studentessa si è presentata in classe in canottiera. Sotto al post è prontamente arrivato il commento di un docente che adesso lavora a Genova: "Questa zoccoletta avrà quello che si merita."
Questo episodio è soltanto l'ultimo di una lunga serie che interessa il liceo classico Pilo Albertelli, storico liceo della capitale che si trova in via Daniele Manin 72, a pochi passi dalla stazione Termini. Già nel mese di gennaio Osa, Opposizione Studentesca d'Alternativa, ha denunciato le umiliazione e le vessazioni nei confronti di studenti affetti da DSA/BES (Disturbo Specifico D'Apprendimento, Bisogni Educativi Speciali).
Ad aggiungersi a questa situazione, poi, è stato il dato denunciato da alcuni genitori della scuola: "Novanta studenti hanno chiesto il nulla osta, cioè di andare via dalla scuola, per problemi d'ansia, attestati anche da una serie di certificati dal reparto di neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù – ha spiegato in un'intervista per Fanpage.it uno dei rappresentanti degli studenti di Osa – Si tratta di un numero spaventoso se pensiamo che noi siamo 900, quindi è un decimo degli studenti nella nostra scuola."
Un decimo degli studenti vuole lasciare il Pilo Albertelli
Un decimo degli studenti e delle studentesse che attualmente sta frequentando il liceo Pilo Albertelli vuole lasciare immediatamente la scuola: è questa la ragione per cui sono stati richiesti così tanti nulla osta.
"Occorre tenere conto che, in generale, prima della pandemia era già grave per una scuola ricevere la richiesta di anche solo 4 nulla osta: non si tratta del cambio di scuola – puntualizza lo studente – ma della richiesta di ritiro immediato di uno studente dall'istituto." Con la pandemia, come ha continuato a spiegare, a causa del problema del distanziamento, molte scuole non accettano cambi di scuola. "Fra le scuole romane, all'Augusto dovrebbero essere arrivate 4 richieste di nulla osta, mentre un'altra che nell'ultimo anno ne ha ricevuto un numero importantissimo è stato il Manara: qui, però, le circa 70 richieste di nulla osta sono arrivate a fronte di circa 2000 studenti."
Le mancate scuse da parte della scuola
Oggi gli studenti hanno deciso di convocare una conferenza stampa contro gli insulti sessisti arrivati sui social ai danni di una ragazza che si era presentata in classe, nei caldi giorni di fine maggio, in canottiera. "Abbiamo organizzato questa protesta come Osa, ma poi si sono aggiunte a noi anche le 90 famiglie colpite e costrette a chiedere il nulla osta: quindi abbiamo trovato questo punto di convergenza perché si tratta sempre di una scuola terribile per gli studenti", ha spiegato il rappresentate del Pilo Albertelli.
"Non è la prima volta che il docente che ha insultato la ragazza online esprime dichiarazioni sessiste: ciò che ci ha davvero stupito – ha ricordato lo studente – È stata la mancata presa di posizione della scuola. Ci saremmo aspettati un minimo di solidarietà nei confronti della studentessa, ma i canali istituzionali del liceo non si sono espressi a riguardo."
Come continua il rappresentante di istituto, inoltre, non esiste alcun regolamento sul dress code interno alla scuola: "Non giustificherebbe il comportamento del docente in ogni caso, ma allo stesso modo ci saremmo aspettati una presa di posizione in solidarietà della ragazza almeno dagli organi istituzionali, come la presidenza o la vicepresidenza, ma no è avvenuto nulla – ha rivelato a Fanpage.it uno dei rappresentanti degli studenti del liceo – Abbiamo avuto modo di parlare con la docente che ha scritto il post, abbiamo chiesto spiegazioni, ma non ci ha detto nulla del professore e si è giustificata dicendo che l'identità della ragazza era rimasta anonima."
La conferenza stampa: parlano i genitori
Nel corso dell'appuntamento di questa mattina, davanti al liceo Pilo Albertelli, hanno preso parola anche i genitori che hanno richiesto il nulla osta per far trasferire i propri figli e figlie dalla scuola. Fra loro, una mamma, di professione pedagogista, ha dichiarato a nome del gruppo: "Si può insegnare tutto a tutti. Spesso si conosce poco quali sono i propri diritti, si conosce poco la necessità di avere una didattica che è declinata agli studenti e che gli possa consentire di avere un successo scolastico e questo non vuol dire regalare la promozione. Questo vuol dire semplicemente poter consentire l'accesso alla scuola a chiunque, dove le differenze diventano un punto di partenza dal quale partire ed arricchirci. Questo è secondo me un'occasione di riflessione importante e come poter essere veramente una scuola inclusiva."