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L’ex sindaco di Velletri sul palco per il centrodestra: “Il saluto? Non ho problemi a farlo”

Fausto Servadio, sostenuto da Azione e Italia Viva, ha risposto così alle provocazioni dei suoi ex alleati di centrosinistra. Ma il suo gesto non può essere relegato a semplice goliardata.
A cura di Natascia Grbic
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"Il saluto? Non ho problemi a farlo". Così l'ex sindaco di Velletri Fausto Servadio il 26 maggio dal palco di piazza Mazzini a sostegno del candidato di centrodestra (poi eletto) Ascanio Cascella. Parole che ha accompagnato alzando il braccio, a imitazione del saluto romano, in risposta a chi gli avrebbe detto ‘facce er saluto'. Parole che molto probabilmente gli sono state rivolte dai suoi ex alleati in seguito alla scelta di andare con la destra nonostante una lunga militanza nel centrosinistra.

Il gesto di Servadio è sicuramente provocatorio. Ma sdoganare il saluto romano di fascista memoria, su un palco elettorale per giunta, non può essere relegato a semplice goliardata, soprattutto se a farlo è un rappresentante delle istituzioni. E se nelle liste a sostegno del sindaco ci sono ex esponenti della destra estrema.

Servadio, che ha governato Velletri per dieci anni con il centrosinistra, era il candidato di Azione e Italia Viva: dopo aver perso al primo turno, ottenendo l'8,2% delle preferenze, ha deciso di cambiare schieramento e guardare al centrodestra, scatenando non poche polemiche. Sono stati in molti, tra i suoi sostenitori, ad accusarlo di aver cambiato casacca per interesse. Soprattutto la lista civica ‘Insieme per Velletri' ha dichiarato di non aver appoggiato nessun accordo con la destra: diversi candidati hanno sottolineato il mancato apparentamento con il centrodestra e ribadito di non avere nulla a che fare con decisioni che, semmai, erano state prese da singole persone.

Nonostante le polemiche del centrosinistra, che poi perderà le elezioni con il 47% delle preferenze, Servadio è andato avanti lo stesso. Lo ha fatto spendendosi in prima persona per la campagna di Cascella, sostenuto anche da ex esponenti di CasaPound, ed eletto poi con il 53% delle preferenze. Ma per Servadio non è stato evidentemente un problema lavorare accanto a esponenti dell'estrema destra.

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