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L’ex sindaco di Roma Alemanno assolto da accusa di corruzione, processo bis per traffico influenze

L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato assolto dall’accusa di corruzione nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sul cosiddetto ‘Mondo di Mezzo’. Dovrà invece sostenere un nuovo processo d’appello per quanto riguarda l’accusa di traffico di influenze illecite. Così hanno deciso i giudici della corte di Cassazione.
A cura di Enrico Tata
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L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato assolto dall'accusa di corruzione nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta sul cosiddetto ‘Mondo di Mezzo'. I giudici della corte di Cassazione hanno tuttavia deciso un nuovo processo d'appello per l'accusa di traffico di influenze illecite. Questa ultima accusa riguarda lo sblocco dei pagamenti Eur Spa.

La procura generale aveva chiesto la conferma della condanna a sei anni per corruzione, così come decisa dai giudici d'appello.

I giudici della Cassazione hanno infine confermato la responsabilità di Alemanno per quanto riguarda il reato di finanziamento illecito.

Alemanno: "Finisce incubo durato sette anni"

"Finisce un incubo durato sette anni, e che obiettivamente poteva essere evitato. Credo che questa sentenza ridimensioni questa vicenda durata ben sette anni. Mi sono ritrovato prima mafioso e poi corrotto, adesso rimane un piccolo traffico di influenze che sarà la Corte di appello a giudicare. Non c'è più corruzione, non c'è più quel fango che mi era stato tirato addosso", sono state le prime parole di Alemanno.

Anche i legali del'ex primo cittadino si sono detti soddisfatti dell'esito del processo: "Non possiamo che dirci soddisfatti dell'esito del ricorso che ha annullato tutte le ipotesi di corruzione. La sentenza impugnata non prendeva atto di quanto già aveva statuito sulla vicenda la Corte di Cassazione e soprattutto non considerava che il sindaco Alemanno, al di là del coinvolgimento, solo tramite Panzironi, in alcune specifiche e, a nostro modo di vedere, lecite vicende, era stato giudicato completamente estraneo alle contestazioni di associazione ipotizzate dalla procura, peraltro solo in parte riscontrate dalle sentenze che si sono occupate della intera vicenda".

I giudici d'appello avevano condannato l'ex sindaco per corruzione

Nel processo d'appello Alemanno era stato condannato a sei anni per corruzione e finanziamento illecito. Secondo i giudici le prove dimostravano "in maniera evidente" la colpevolezza dell'ex sindaco e hanno parlato, nelle motivazioni della sentenza, di "degrado e distorsione delle attività della pubblica amministrazione"

Questo era stato il commento di Alemanno: "Anche le motivazioni confermano una sentenza appiattita su una ricostruzione fallace, in fatto e diritto, punitiva finanche oltre le richieste della pubblica accusa e in qualche modo già posta in discussione nella sentenza definitiva del procedimento principale. Abbiamo molti argomento da proporre al giudice di Cassazione che saprà sottrarsi alle suggestioni che hanno condizionato, in tutta questa vicenda, i giudizi del merito".

La procura di Roma ha sempre sostenuto che Alemanno era "l'uomo politico di riferimento dell'organizzazione Mafia Capitale all'interno dell'amministrazione comunale, soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco. Inserito al vertice del meccanismo corruttivo ha esercitato i propri poteri e funzioni illecitamente e curato la raccolta delle correlate indebite utilità, prevalentemente tramite terzi propri fiduciari per schermare la propria persona. Gli uomini di fiducia, indagati e alcuni anche condannati in Mafia Capitale, sono stati proiezione della persona di Alemanno, che ha impiegato per la gestione del proprio potere, e si sono interfacciati con gli esponenti apicali di Mafia Capitale, suoi corruttori (Buzzi e Carminati)".

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