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L’ex assessore D’Amato dice che la Sanità nel Lazio è a forte rischio commissariamento, di nuovo

Se la Regione Lazio non interverrà sui numeri della Sanità, spiega l’ex assessore D’Amato, “ci sarà inevitabilmente il ritorno al regime di commissariamento”.
A cura di Enrico Tata
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Nella conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati dei primi cento giorni della nuova giunta, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha dichiarato di aver ereditato un debito regionale di 22,3 miliardi di euro e un disavanzo sulla Sanità di 218 milioni di euro al 21 dicembre 2022, con una proiezione sul 2023 di 738 milioni di euro. "Spero di avere al massimo entro i primi di settembre il nuovo piano sanitario regionale", ha aggiunto il governatore.

Secondo Alessio D'Amato, l'ex assessore alla Sanità e candidato (sconfitto) del centrosinistra alle Regionali dello scorso febbraio, sono numeri, questi, che porteranno la Regione nuovamente al commissariamento del Servizio Sanitario. A fine anno, spiega in una nota l'ex assessore di Zingaretti, il tavolo tecnico di verifica accerterà, per la prima volta dopo 10 anni, un disavanzo superiore alla soglia di allerta del 5 per cento del Fondo Sanitario. Cioè oltre i 700 milioni di euro, come dichiarato dallo stesso Rocca. In questo modo, continua D'Amato, verrà superato il disavanzo del 2013, che fu di 669 milioni di euro. "Questo inevitabilmente comporterà il ritorno al regime di commissariamento che scatta per due motivi, il primo quando si supera l'allert del 5 per cento, il secondo quando non vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza".

Secondo D'Amato non basta enunciare, come ha fatto Rocca, quali sono le proiezioni per il 2023, ma occorrerebbe "dire quali manovre si stanno mettendo in atto per evitare questo probabile atterraggio, sapere e non fare equivale ad inerzia".

Queste proiezioni, spiega l'ex assessore, si fanno "proprio per garantire misure correttive, e per l'anno in corso i tre quarti sono responsabilità del nuovo governo regionale che non sta mettendo in essere nessuna misura, anzi nella prima delibera di Giunta ha distribuito 23 milioni di euro aggiuntivi alle strutture sanitarie private accreditate, con uno sforamento del tetto di spesa della sanità privata così come previsto dal decreto legge 95/2012, che ipotizzo sarà inevitabilmente oggetto di attenzione da parte del Tavolo di rientro".

Il 28 marzo scorso Rocca aveva già dichiarato: "C'è una preoccupazione perché i numeri sono importanti. Più 200 milioni di perdita nel 2022 e sul 2023 una perdita programmata di 600 milioni. Vediamo quindi le indicazioni che usciranno da quel tavolo. Il commissariamento della Regione è una valutazione del Governo e non mia, ma di sicuro la situazione finanziaria è pesante. Con un indebitamento di 22 miliardi e nel 2023 si calcola un deficit di 600 milioni".

Dopo 12 anni di commissariamento della Sanità, la Regione Lazio ne è uscita nel 2020. Secondo D'Amato è stato accertato per il consuntivo 2021 un risultato di gestione in equilibrio, e per il quarto trimestre 2022 "un disavanzo inferiore al 2 per cento del Fondo Sanitario pari a 218 milioni di euro, dovuto alla mancata copertura dello Stato ai maggiori costi Covid, cosa peraltro nota ed avvenuta in tutte le Regioni italiane, che hanno dovuto sostenere queste coperture con risorse proprie o con manovre fiscali".

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