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L’ex allievo del Centro Sperimentale Carlo Verdone: “Azione del governo purtroppo non stupisce”

Nell’acceso dibattito sull’emendamento leghista al decreto legge sul Giubileo si è inserito anche Carlo Verdone: “Purtroppo si è sempre fatto così: anche in una scuola di cinema, cambia il governo e cambia tutto”.
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Wim Wenders, Paolo Sorrentino, Marco Bellocchio. E ancora: Luca Guadagnino, Gianni Amelio, Alice Rohrwacher, Matteo Garrone. Edoardo De Angelis, che aprirà con il suo film l’ottantesima edizione della Mostra di Venezia.

Sono solo alcuni dei nomi illustri che nei giorni scorsi hanno firmato una lettera in sostegno al Centro Sperimentale. Studenti e studentesse, in rivolta contro il Governo sono in rivolta dopo la proposta di riformare i meccanismi di nomina del comitato scientifico. Carlo Verdone si è aggiunto al coro di dissenso con un'amara  riflessione “non c’è da stupirsi, perché si è sempre fatto così”. L’attore, regista e sceneggiatore romano – figlio di MarioVerdone, docente universitario di storia del cinema ed ex direttore del Centro di via Tuscolana – all’Ansa ha sottolineato come purtroppo è il sistema che funziona così: “Perché ci si meraviglia tanto? Che non si sa che da quando esiste l'Italia ogni governo che cambia produce cambiamenti?”.

“In una scuola di cinema – prosegue il regista – c'è lo Stato in qualche modo: cambia il governo e cambia tutto. Unica cosa, facciamo finire il mandato agli attuali vertici, altrimenti sembra una cosa di prepotenza: il mandato va fatto finire, non vanno sradicati, mi sembra un po' troppo. Come in Rai, purtroppo è così e da sempre”. Verdone fa riferimento al passaggio dell’emendamento al decreto legge sul Giubileo, approvato il 25 luglio, che prevede il ritiro anticipato della direttrice generale Marta Donzelli e del comitato scientifico: secondo la proposta, il ruolo del direttore generale verrebbe soppresso, mentre il comitato diventerebbe di nomina politica, con tre membri selezionati dal Ministero della Cultura e i restanti tre dal Ministero dell’Istruzione, dal Ministero dell’Università e da quello dell’Economia e delle Finanze.

Pur comprendendo la logica dietro al cambio delle nomine, l’attore suggerisce però di attendere la fine “naturale” dei mandati: in questo modo si eviterebbe di far passare quella che lo stesso descrive come “semplice consuetudine” per un atto dispotico. Accusa, quest’ultima, rivolta pochi giorni fa al Governo da Riccardo Ricciardi, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, che ha parlato di “occupazione militare di un’istituzione che fa cinema e cultura” e di “gesto di un’arroganza politica inaccettabile”.

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