video suggerito
video suggerito
Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

L’esperto spiega perché è sicuro al 98% che Serena Mollicone sia stata aggredita dai Mottola

Luciano Garofano, ex comandate del Ris e consulente di parti civili al processo d’appello, sostiene che Serena Mollicone al 98 per cento sia stata aggredita all’interno della caserma dei carabinieri di Arce.
A cura di Enrico Tata
164 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Si basa su un modello matematico la quasi certezza con cui Luciano Garofano, ex comandate del Ris e consulente di parti civili al processo d'appello, sostiene che Serena Mollicone sia stata aggredita all'interno della caserma dei carabinieri di Arce. 

Incrociando tutti i dati, le testimonianze, le concatenazioni e inserendoli in un modello grafico probabilistico, un rete bayesiana, è possibile affermare, secondo il colonnello dei carabinieri, che al 99 per cento la 18enne sia entrata nella casera di Arce e che al 98 per cento sia stata aggredita là. È invece del 94,94 per cento la possibilità che la testa della ragazza sia stata sbattuta sulla porta individuata dagli inquirenti come arma del delitto.

In un'udienza del processo d'appello, che vede alla sbarra l'ex comandante della stazione, il maresciallo Franco Mottola, suo figlio Marco e la moglie Anna Maria, Garofano ha spiegato perché, a suo parere, le evidenze sulla responsabilità della famiglia sono inequivocabili. Ricordiamo che in primo grado tutti gli imputati sono stati invece assolti.

Secondo Garofano gli elementi da prendere in considerazione sono i seguenti: la testimonianza del brigadiere Tuzi, che ha raccontato di aver visto Serena entrare nella caserma nel corso della mattinata del 1 giugno, il tipo di porta e l'impatto della testa della vittima ricostruito in 3d, il tipo di lesioni riscontrate sul volto della ragazza, l'esame merceologico sul legno e i microframmenti di legno trovati tra i capelli di Serena, l'ossidazione e la ruggine sul frammento di vernice identico a quella della caldaia vicinio alla porta.

"I tanti consulenti settoriali ascoltati in primo e secondo grado (medici legali, biologi, ingegneri, ndr) parlano giustamente ognuno del quesito a loro affidato in base alle proprie competenze. Ma la somma degli indizi è più forte dell'interpretazione su ognuno di loro", ha spiegato in aula Garofano.

All'opposto, secondo il professor Saverio Potenza, medico legale e ricercatore di Medicina Legale a Tor Vergata, "l'ipotesi del trauma della testa di Serena contro la porta è residuale". Potenza è stato nominato perito di parte dalla difesa di Vincenzo Quatrale, uno dei due carabinieri finiti a processo. Del resto, anche la difesa della famiglia Mottola ha sempre negato questa ricostruzione: "Serena non ha urtato contro un corpo piatto. Se la ragazza avesse urtato contro la porta avremmo trovato lesioni cutanee e alla mandibola inoltre le tre fratture che aveva erano composte e invece se si fosse scontrata con la porta la frattura sarebbe stata scomposta".

164 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views