L’epitaffio sulla tomba di Rino Gaetano: “Ma il cielo è sempre più blu”
Sono circa 750 i metri che separano la tomba di Rino Gaetano dall'entrata principale del Cimitero Monumentale del Verano. Quindici minuti di cammino all'ombra dei cipressi per andare a vedere il loculo dove è sepolto uno dei cantautori più geniali che l'Italia abbia mai avuto. A volte si crede che i personaggi del mondo dello spettacolo abbiano un trattamento di riguardo, magari un monumento o una statua che simboleggi l'importanza che hanno avuto in vita. Un po' come quella di Dalidà, che si trova al Cimitero di Montmartre, a Parigi, e che più che una tomba sembra il monumento di una divinità. Ma non è così per Rino Gaetano, umile in vita così come nella morte. Il corpo del cantante si trova nel riquadro 119, nella cappella 5. Un loculo tra tanti, che non si vedrebbe se – a un certo punto – una scritta a penna su una lamiera non catturasse l'attenzione. E le parole sono inconfondibili: "E Berta filava… filava la lana… la lana d'amianto". Un omaggio di un fan, una frase che indica che ci trova nella direzione giusta. Da lì, volgendo lo sguardo a destra, si vede un piccolo altarino dedicato a Rino Gaetano posizionato proprio davanti la sua tomba, piena di scritte e foto lasciate dai suoi fan. Inciso in oro, un epitaffio: "Ma il cielo è sempre più blu", verso di una delle canzoni più famose del cantautore.
Rino Gaetano, l'incidente su via Nomentana e la morte
Rino Gaetano è morto la notte del 2 giugno 1981. Stava tornando a casa in macchina dopo essere stato in alcuni locali della capitale quando, alle 3.55 del mattino, ha avuto un brutto incidente stradale. La sua macchina ha sbandato su via Nomentana, all'altezza di via Carlo Fea, e ha invaso l'altra corsia, finendo addosso a un camion. Rino Gaetano ha sbattuto violentemente la testa sul parabrezza e il petto sul volante e sul cruscotto, riportando ferite molto gravi. Il cantautore è stato molto sfortunato: al Policlinico Umberto I, dove è stato trasportato già in coma, non avevano un reparto attrezzato per gli interventi d'urgenza sui craniolesi. Sono stati contattati allora altri ospedali di Roma, ma nessuno aveva un posto libero. Alla fine si riuscì a ricoverarlo al Gemelli, ma Rino Gaetano esalò l'ultimo respiro alle 6 del mattino, proprio quando il cielo iniziava a tingersi di blu, come la sua canzone. E sempre in un'altra canzone, Rino Gaetano sembra aver predetto la sua morte. Dieci anni prima di perdere la vita sulla Nomentana, aveva scritto "La Ballata di Renzo", che cantava: "La strada era buia, s'andò al S. Camillo e lì non l'accettarono forse per l'orario, si pregò tutti i santi ma s'andò al S. Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero". Renzo è morto investito da un auto mentre i suoi amici erano al bar. Tre ospedali menzionati nel brano, sono anche quelli che la notte non avevano posto per Rino Gaetano.