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L’educazione sessuoaffettiva arriva a scuola, ma solo a Roma: “Assurdo non esista percorso nazionale”

Parte nella capitale un bando per l’educazione sessuoaffettiva a scuola. A presentare il piano a Fanpage.it l’assessora alla scuola Claudia Pratelli e la capufficio Lgbt+ Marilena Grassadonia: “Si tratta del primo tassello, speriamo Roma possa fare da apripista”.
A cura di Beatrice Tominic
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Un bando per garantire progetti di educazione alla sessuoaffettività a Roma. È quanto annunciato dall'assessora alla Scuola Claudia Pratelli e dalla guida dell'ufficio LGBT+ in Campidoglio, Marilena Grassadonia. Sono proprio loro che hanno presentato il progetto anche a Fanpage.it, spiegandone le modalità e gli obiettivi, che riguardano il contrasto alla violenza di genere in quattro particolari ambiti: dall'educazione all'affettività di relazione all'educazione alla parità; dalla prevenzione e dal contrasto delle discriminazioni basate sul genere e all'orientamento sessuale e sulle discriminazioni e violenze in ambito digitale.

"Questo progetto rappresenta soltanto un primo passo, speriamo possa fare da apripista ad altre città – ha spiegato l'assessora Pratelli – Ma siamo consapevoli che stiamo svolgendo un ruolo di supplenza perché incredibilmente nel nostro Paese ancora non esiste l'educazione all'affettività come percorso curriculare Nazionale Generale per tutti gli ordini e gradi di scuola dal nord a sud".

Bando per l'educazione sessuoaffettiva a Roma: in cosa consiste

"Si tratta dello stanziamento di 420mila euro da riservare a programmi di co-progettazione sull'introduzione dell'educazione all'affettività e alle relazioni nella scuola secondaria di primo grado – ha continuato Pratelli a Fanpage.it – Alla fine del mese uscirà un avviso per gli enti del terzo settore che abbiano già esperienza nelle aree tematiche di riferimento".

L'assessora alla Scuola, alla Formazione e al Lavoro Claudia Pratelli.
L'assessora alla Scuola, alla Formazione e al Lavoro Claudia Pratelli.

Trattandosi di un programma di co-progettazione, è difficile fare delle previsioni concrete sulle modalità in cui verranno erogate le attività: "Potrebbe trattarsi di lezioni frontali o laboratori artistico musicali: lasciamo carta bianca alle proposte, per questo abbiamo favorito la collaborazione fra i soggetti che prendono parte al bando. Abbiamo pensato questo progetto proprio per garantire la possibilità di percorsi diversificati che possano far fronte alle esigenze degli e delle studenti".

A collaborare sono tre parti: l'amministrazione comunale ne rappresenta l'ente promotore a cui si aggiungono le scuole e gli enti del terzo settore che, con le loro competenze specifiche, garantiscono ai percorsi qualità e conoscenza.

Quali sono le scuole coinvolte nel progetto

A partecipare al percorso di educazione alla sessuoaffettività saranno 15 scuole del comune di Roma, una per municipio. "È una scelta presa appositamente per non lasciare alcuni territori privi del progetto, per favorire la nascita di una rete in ogni zona della capitale: è un'idea di città a cui l'amministrazione non vuole contribuire solo a parole". Un progetto virtuoso sebbene riguardi un esiguo numero di istituti. "Ne siamo consapevoli, ma arrivarci sarebbe già un inizio. Per noi si tratta di un investimento", ha precisato Grassadonia.

La guida dell'ufficio Lgbt del Campidoglio, Marilena Grassadonia.
La guida dell'ufficio Lgbt del Campidoglio, Marilena Grassadonia.

"Ciò che ci interessa adesso è avviare un percorso da inserire in quella che non è un'emergenza, ma una condizione strutturale da affrontare guardando al lavoro delle grandi capitali europee e degli Stati che promuovono l'educazione sessuale nelle scuole da ormai decenni, come la Svezia, la Francia o l'Olanda", ha continuato.

L'educazione sessuoaffettiva arriva alle scuole medie

Il progetto, come anticipato, parte dalle scuole superiori di primo grado, le scuole medie. "Nel nostro Paese ogni tre giorni viene uccisa una donna e ci troviamo nella città in cui la notte di Capodanno due ragazzi gay sono stati pestati da un branco solo perché si tenevano per mano. Anche ieri è stata diffusa la notizia dell'aggressione ad un'altra coppia da parte dei loro vicini di casa – ha ricordato Pratelli – Per questo abbiamo bisogno di agire in modo radicale promuovendo una trasformazione culturale e profonda che non può non partire dall'educazione e della scuola".

Agendo in contesti differenti, in territori differenti, la ragione dell'attività è sempre la stessa: promuovere relazioni basate sul consenso, sulla cura e sul rispetto facendo emergere gli stereotipi che la società porta con sé e decostruendoli.

"La nostra cultura è ancora ampiamente sessista. Così con questo progetto intendiamo dare ai e alle più giovani degli strumenti, come se fossero una sorta di cassetta degli attrezzi, in una fase così delicata della vita – ha ribadito l'assessora – Abbiamo deciso di cominciare dalle scuole medie, dove si entra che si è bambini e si esce da adolescenti. Cambia il corpo, cambia anche il significato che hanno le relazioni. E noi vogliamo affiancarli e aiutarli in questo periodo di mutamenti".

L'obiettivo del bando: "L'inizio di un progetto più grande"

Con questo bando, la capitale si mette in una posizione di apripista. "Per noi si tratta di una continuità lavorativa che conferma una presa di responsabilità da parte dell'amministrazione di Roma Capitale nel lavoro di formazione e culturale che secondo noi è quello che sta alla base nella lotta contro ogni forma di discriminazione di violenza di genere che, sicuramente, è anche legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere – ha spiegato Marilena Grassadonia – Si tratta di un lavoro serio e costante sulla prevenzione: dobbiamo fare in modo che le giovani generazioni abbiano degli strumenti che possano aiutarli a vivere le relazioni sesso affettive in maniera consapevole", ha aggiunto.

Le polemiche dalla destra e associazioni provita

Non appena resa nota la notizia del bando, si sono alzate le polemiche da parte della destra e delle associazioni pro vita. C'è chi è tornato a parlare di "teoria gender" e chi, invece, ha urlato alla "neolingua orwelliana", esprimendo profonda preoccupazione per ragazzi e ragazze.

"C'è un riflesso condizionato della destra nel nostro Paese e delle cosiddette organizzazioni prolife per cui ogni qualvolta si nomina l'educazione all'affettività alle relazioni nomina l'esigenza di affrontare anche le questioni legate alla sessualità – ha risposto Pratelli – C'è una levata di scudi, purtroppo, a causa di fantasmi e di questa fantomatica teoria del gender che non esiste e che ogni volta viene tirata fuori per dire no a iniziative di questo tipo. Forse si tratta soltanto della paura di lasciarsi alle spalle un mondo ancora fortemente iniquo e sessista".

Le ha fatto eco Grassadonia: "È una storia che vorrebbero ancora continuare a scrivere. Onestamente non mi sorprendo più di tanto, non fanno altro che confermare se stessi e il loro approccio e, accusandoci di voler portare avanti delle ideologie, continuano a ribaltare la narrazione – ha spiegato – Noi vogliamo soltanto assumerci la responsabilità che è quella di ascoltare i bisogni di ragazzi e ragazze aiutandoli a crescere nella consapevolezza del proprio diritto alla felicità, del significato di cultura del consenso".

E, per farlo, la scuola ricopre una posizione di vantaggio. "Anche quando la famiglia può avere difficoltà a stare vicino ai ragazzi e alle ragazze, la scuola deve avere un ruolo centrale nella loro vita – ha aggiunto – Dalla destra sono sempre i primi a condannare le violenze di genere. Ma se non si fa nulla per cambiare la nostra società, ancorata a valori ciseteropatriarcali o comunque totalmente binari, restano soltanto condanne di circostanza. Per questo rimando al mittente tutte quelle polemiche e accuse: sono totalmente infondate. Ringrazio l'assessora Pratelli che ha voluto coinvolgere nel piano l'ufficio diritti Lgbt, purtroppo la nostra presenta viene ancora una volta strumentalizzata a discapito del progetto", ha spiegato.

"Noi, invece, non possiamo che essere orgogliosi di un progetto di questo tipo", ha infine concluso l'assessora Pratelli.

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