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Le violenze del netturbino guidate da ‘maniacale perversione’, le vittime ingannate: “Stavi a sognà”

Continuano le indagini su Ubaldo Manuali, il netturbino accusato di aver stuprato almeno tre donne dopo averle drogate con un potente sedativo. Ecco cosa emerge dai verbali.
A cura di Enrico Tata
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Stordite con un sedativo e poi stuprate. Secondo il gip di Viterbo, Simona Poli, Ubaldo Manuali, il netturbino accusato di aver stuprato almeno quattro donne, è mosso da "una maniacale perversione".

Manuali mosso da ‘maniacale perversione'

Secondo le parole del gip, ha "una spiccata capacità criminale mossa da una maniacale perversione". Questo l'ha portato "a conservare i video delle violenze sulle donne che strumentalizza per soddisfare i suoi impulsi sessuali".

Come riporta Fulvio Fiano sul Corriere della Sera, la giudice ha osservato come Manuali sia "abile far credere alle sue vittime, pur di fronte ad espliciti sospetti, non solo che non le abbia abusate ma che addirittura le abbia aiutate mentre non si sentivano bene. Inoltre è incurante delle conseguenze che la somministrazione di narcotici può avere sulla salute delle vittime".

Le terribili testimonianze delle vittime

La prima donna a denunciare il netturbino è stata Stefania Loizzi. Questa la sua versione dei fatti, riportata nell'ordinanza di arresto:

"Ha versato il vino dandomi le spalle. Erano le 22 e mi sono risvegliata alle 4.40 con la sensazione che ci fossero i termosifoni accesi. Sulla poltrona c’era una divisa da netturbino che lui prima non aveva e gli ho chiesto ‘Che c… ci fai qua?'. Alle 5 mi sono accorta di avere il pigiama, ma non ricordo di averlo indossato. Solo alle 10 mi sono svegliata davvero. Sono andata dal parrucchiere e lui mi ha consigliato di andare da un medico".

Una seconda vittima aggiunge altri particolari:

"Mi fece bere vino, mi sembrava buono. ‘E che, mica ti dò roba cattiva', mi diceva lui. Poi mi ritrovai a gambe aperte e lui vicino a me. ‘Stavamo facendo sesso?' gli chiesi. E lui ‘Macché, stavi a sognà'. Ci vedemmo a un chiosco di Grottaferrata, lo vidi che trafficava con le birre e le buttai a terra ‘Che c’hai versato?'. Ci rivedemmo, mi offrì un limoncello e mi ritrovai a casa mia'".

Ancora un'altra testimonianza:

"L’ho conosciuto online, avevamo rapporti sessuali e lui chiedeva sempre di farmi dei video. Io rifiutavo. Un giorno ci siamo visti a un bar di Vetralla. Lo Spritz aveva un colore strano, mi disse che forse ci avevano messo l’Aperol. Mi risvegliai alle 6, nuda e con lui in boxer. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, disse che mi ero sentita male. Gli chiesi scherzando se mi avesse drogato e lui: ‘Così mi offendi'. Mi sentii in colpa e chiesi scusa".

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