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Covid 19

Le prime 18.000 dosi di vaccino Johnson & Johnson nel Lazio andranno ai detenuti

Lo ha comunicato l’assessore Alessio D’Amato in visita all’hub vaccinale dell’ospedale San Giovanni di Roma. La Regione Lazio ha scelto di utilizzare le prime dosi di vaccino Johnson & Johnson – 18.000 in arrivo il 19 aprile – soprattutto per vaccinare la popolazione carceraria e il personale che lavora nei penitenziari. I detenuti nel Lazio al 28 febbraio erano 6067.
A cura di Redazione Roma
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Il prossimo 19 aprile la Regione Lazio riceverà le prime 18.000 dosi dell'atteso vaccino Johnson & Johnson, per il quale è sufficiente una sola somministrazione e non due come per gli altri sieri somministrati finora. Una fornitura senza dubbio inferiore alle attese, tanto che per ora le farmacie non saranno coinvolte nella somministrazione come previsto in un primo momento. Un fornitura che, ha spiegato l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato in visita al centro vaccinale dell'ospedale San Giovanni di Roma, sarà distribuita nelle carceri della regione, venendo somministrato a detenuti e personale.

"Il 19 aprile avremo la prima consegna di vaccini Johnson&Johnson. Si tratta di una consegna quantitativamente modesta: 18mila dosi che andranno in prevalenza alle carceri per il personale che vi lavora e per i detenuti – ha spiegato l'assessore – Speriamo che dal prossimo mese di maggio potremo avere un ampliamento delle forniture". Al 28 febbraio 2021 nel Lazio erano presenti complessivamente nelle case circondariali della regione 6067 detenuti tra uomini e donne, a questi vanno aggiunti tutti coloro che lavorano all'interno delle carceri a cominciare dagli agenti della Polizia Penitenziaria.

La scelta della Regione Lazio: vaccinare i detenuti è una priorità

Le condizioni di sovraffollamento, le condizioni sanitarie spesso precarie, rendono le carceri un luogo particolarmente pericoloso per il diffondersi del virus. L'ultimo focolaio di un certo rilievo di Covid-19 in un istituto di pena del Lazio si è sviluppato all'interno del carcere femminile di Rebibbia, dove oltre cinquanta donne tra operatrici e detenute sono risultate positive tanto da ipotizzare l'evacuazione della struttura. La nuova ordinanza firmata dal commissario Francesco Paolo Figliuolo dà priorità per classi di età e ai soggetti più fragili per il nuovo piano vaccinale, dando indicazione di procedere solo successivamente alla vaccinazione dei cittadini tra i 69 e i 60 anni, con altre corti di popolazione a rischio indicate dal ministero della Salute come la popolazione carceraria.

 D'Amato: "Obiettivo immunizzazione entro l'estate"

D'Amato è tornato a chiedere certezze sulle forniture, a fronte dello sforzo delle autorità regionale di mettersi nelle condizioni di vaccinare la popolazione a ritmi sostenuti. "L'obiettivo nostro rimane di raggiungere l'immunizzazione entro l'estate. Per arrivare a questo dobbiamo avere una certezza delle consegne delle dosi che ancora oggi non abbiamo in maniera continuativa. Stanotte abbiamo aperto le prenotazioni alla fascia 62/63 anni. Abbiamo avuto per questa fascia già oltre 30mila prenotazioni – ha spiegato l'assessore – Abbiamo oltre un milione e 200mila prenotati tra le prossime settimane e il mese di maggio. È uno sforzo importante. Quello che chiediamo è che ci sia la garanzia della periodicità delle forniture". Rispetto alle polemiche di queste ore su un sopposto obbligo nei fatti di vaccinarsi con Astrazeneca per gli over 60, l'assessore ha risposto così: "Nessun obbligo. Noi mettiamo a disposizione i vaccini che abbiamo. La gran parte delle dosi disponibili per la fascia di età 60/70 anni è Astrazeneca che è un vaccino raccomandato per questa fascia di età. Gli over 80 stanno facendo Pfizer".

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