Le piazze No Green Pass a un punto di svolta: a Roma ieri non protestavano solo i fascisti
Non è sfuggita la presenza ieri a Roma dell'estrema destra di Forza Nuova. I leader Giuliano Castellino e Roberto Fiore si vedono chiaramente all'ingresso della sede nazionale della Cgil in Corso d'Italia gestire l'assalto al sindacato, in altri momenti degli incidenti su via del Corso e a ridosso di Palazzo Chigi sono stati sempre loro ad avere un ruolo fondamentale negli incidenti.
Eppure è evidente che una piazza composta da almeno 8.000 persone non è una piazza composta solo da militanti o simpatizzanti di Forza Nuova. Detto in altro modo: sì ieri a Roma c'erano i fascisti in piazza e hanno assaltato la sede della Cgil no, non tutti quelli che si sono scontrati con le forze dell'ordine o erano in piazza erano neofascisti.
Era presente ad esempio una componente minoritaria della sinistra antagonista e di matrice anarchica, che ha attraversato la piazza rimanendo però estranea all'organizzazione nel tentativo, fallito al momento, di cambiare di segno l'egemonia politica della manifestazione. In fondo alla piazza si vede in molte foto uno striscione con su scritto "No Green Pass No allo Stato di Emergenza" e "Disertiamo la guerra del capitale", la cui matrice è inequivocabile.
Ma la parte preponderante della piazza era composta da chi in questi anni ha in vario modo attraversato le manifestazioni "gentiste", quell'universo multiforme cresciuto prima all'ombra del Vaffa grillino delle origini, e che ora ha innalzato le bandiere dell'antivaccinismo e del complottismo su 5g e Covid-19. Dietro lo slogan e i numerosi gruppi del network "Basta Dittatura" si sono amplificati discorsi pseudoscientifici e vere e proprie panzane, che hanno costruito l'impalcatura ideologica comune di questa piazza.
Chi ha fatto paragoni con l'assalto a Capitol Hill ad esempio, non ha preso in considerazione come questa parte della piazza, preponderante, pur avendo punti in contatto con i gruppi neofascisti, ha una sua piattaforma del tutto autonoma di mobilitazione. Ma soprattutto non ha tenuto conto della presenza di chi, per ragioni individuali molto diverse, ha scelto di non vaccinarsi e ora con il Green Pass avrà grossi problemi sul posto di lavoro ed è molto arrabbiato.
C'è poi un'opposizione al Green Pass e alle politiche governative nata e cresciuta in mesi nei mesi della pandemia, e che si è ingrossata grazie a provvedimenti contraddittori e spesso incomprensibili, degli errori compiuti in questo anno e mezzo dalle istituzioni, e che è composta soprattutto da commercianti e titolari di piccole aziende e ristoranti. Un ceto medio ostile all'ingerenza statale in piazza per difendere la sua libera iniziativa economica organizzatosi nella sigla "Io Apro", che ieri sui proprio canali di comunicazione festeggiava "l'occupazione" della sede della Cgil.
Emerge poi gradualmente dalla pandemia il profilo di una destra finora sconosciuta in Italia. Una destra libertaria di matrice statunitense, che estremizza l'individualismo di matrice liberale arrivando all'ostilità verso lo Stato e verso ogni suo genere di intervento volto a limitare la libertà individuale.
Una piazza composita che ieri con l'assalto alla sede della Cgil è arrivata a un punto di svolta. Ora bisognerà vedere se la prevedibile ondata repressiva sgonfierà la mobilitazione o al contrario la rilancerà. Ma questo tipo di "movimento", estremamente impermeabile ai gruppi organizzati anche se molto piccoli, le sue istanze e le sua capacità di mobilitazioni sono arrivati per rimanere.
Il generale Pappalardo ha fatto per anni le prove generali per poi non riuscire a godersi il debutto.