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Le donne della Lega si ribellano e la mozione salta. Ma c’è chi insiste: “L’aborto è omicidio”

La mozione antiabortista presentata dai quattro capogruppo dei partiti di centrodestra del VI Municipio ha spaccato la stessa maggioranza. L’atto è stato ritirato questa mattina: decisivo l’intervento delle consigliere della Lega. “L’argomento riguarda le donne, e da noi deve essere trattato”.
A cura di Natascia Grbic
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Doveva essere la mozione bandiera per il movimento pro vita, ma qualcosa è andato storto: sono state le donne della stessa maggioranza di centrodestra a far saltare il voto in VI Municipio a Roma, l'unico governato dalla destra nella capitale. La mozione, confusa e piena di errori, impegnava il miniparlamento a intercedere con il sindaco Roberto Gualtieri per proclamare Roma ‘città della vita e della famiglia', finanziare le associazioni prolife, e promuovere ‘anche attraverso la stampa' materiali e progetti che informino su alternative all'aborto.

"C'è stata una mancanza di condivisione che ci ha infastidite, è un atto che riguarda le donne e la legge 194, che esiste e va rispettata. La scelta deve rimanere delle donne, sono loro che dovrebbero parlare, argomentare e al limite discutere. Senza contare che in quella mozione c'erano frasi pesanti, troppo forti, che non potevamo condividere", ha dichiarato Wanda Raco, una delle consigliere in quota Lega che questa mattina ha fatto saltare la mozione antiabortista presentata dai suoi stessi colleghi di partito.

Vice della commissione Pari Opportunità, ha chiesto e ottenuto insieme alla presidente (sempre della Lega) Mariantonietta Lapolla che l'atto sia discusso in quella sede. "A breve uscirà una mozione a firma di tutte le consigliere donne", specifica. Anche quelle dell'opposizione, con cui si sono alleate per far saltare l'atto presentato dai loro colleghi di maggioranza. "L'atto è stato presentato da quattro consiglieri uomini senza condividerlo, su quella che è una scelta ultima delle donne, e ovviamente ha creato dei malumori".

Il capogruppo della Lega e primo firmatario della mozione Emanuele Licopodio, questa mattina ha aperto la seduta del consiglio municipale annunciando il ritiro dell'atto. Una decisione presentata come pacifica e condivisa dagli esponenti della maggioranza ma che in realtà è stata frutto di una spaccatura e di una tensione crescente tra le consigliere donne e i loro colleghi della maggioranza che hanno firmato la mozione. Una tensione che li ha portati a fare una riunione d'urgenza questa mattina prima dei lavori del consiglio, in cui è stato chiesto agli uomini di centrodestra di fare un passo indietro.

"Nessuna delusione per il ritiro dell'atto – commenta Licopodio – abbiamo deciso insieme agli altri capogruppo che è giusto lavorare in commissione per rendere partecipi anche le altre forze politiche, pur mantenendo salde le linee guida a favore della vita". Sul contenuto della mozione, che definisce l'aborto ‘cultura dello scarto' e smentisce che l'obiezione di coscienza sia un ostacolo, ribadisce che "le donne non vanno aiutate ad abortire ma a mettere al mondo i bambini", e che "vanno accompagnate non all'omicidio, perché di questo si tratta, ma a una nuova vita".

"L'atto andava impostato in un altro modo, con un altro linguaggio – spiega la presidente leghista della Commissione Pari Opportunità Lapolla ai nostri microfoni – questo è un argomento importante e che tocca molte sensibilità, va trattato con i guanti, a prescindere dal modo in cui la si pensa".

L'assessora della Lega Flavia Cerquoni prova a far rientrare la crisi specificando che "non ho letto la mozione, ma questo municipio è da sempre a favore della vita, delle donne e di tutte coloro che quotidianamente hanno problemi nella gestione dei figli. Bisogna superare una logica capitalista che troppo spesso vede scartare chi è improduttivo, inabile e che spesso mette da parte i bisogni delle donne. Voglio ribadire che noi siamo provita e con questo intendo la vita dal concepimento fino alla morte, in tutte le sfaccettature".

"Come donna sono contenta di questa coalizione fatta da donne di maggioranza e dell'opposizione – dichiara la consigliera dem Fabiana Battistoni – questo è un segno che la comunità femminile ha dato ai tanti uomini che pensano di poter decidere sul corpo di noi donne".

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