Lazio, Silvestri (M5S): “È il PD che ci vuole isolare, non siamo noi a voler andare soli”
Con la scelta del PD di sostenere assieme al Terzo Polo l'assessore alla Sanità uscente Alessio D'Amato, ogni possibilità di alleanza nel Lazio è chiusa? Come individuerete il vostro di candidato?
Il Partito Democratico non ha neanche risposto alle questioni di merito poste dal presidente Conte. Ci sarebbe piaciuto discutere della risposta, che poteva essere positiva o negativa o proporre un metodo di approfondimento e discussione, ma non l'abbiamo avuta. Ci sarebbe voluta una dialettica normale tra forze politiche. Continueremo il percorso progressista così come lo abbiamo enunciato, sia sotto il profilo programmatico a cominciare da sostenibilità, rifiuti, ambiente, trasporti, e da questo individueremo il profilo più idoneo con chi ci sta.
Ormai non è un segreto: era in corso una trattativa sul nome dell'eurodeputato Massimiliano Smeriglio, che è stato a lungo il braccio sinistro di Zingaretti, parla con Conte e anche con Calenda…
Noi abbiamo cercato di far capire l'importanza di partire dal merito delle questioni. Se i cittadini non vedono la coerenza delle proposte non capiscono neanche cosa gli stiamo proponendo come coalizione. Come faccio a fare campagna elettorale in una città dicendo che non vogliamo l'inceneritore dove il sindaco del Partito Democratico sta facendo l'inceneritore, contrariamente a quello che il presidente di regione sempre del Partito Democratico due anni prima aveva valutato. Sono queste le contraddizioni che fanno vincere il centrodestra, ci vuole chiarezza nelle proposte progressiste. Per noi è questa l'unica strada percorribile e certo servono nomi in grado di rappresentare questa coerenza.
Lasciando da parte i retroscena sui nomi. Rimane il fatto che divisi PD e M5S perdono, non è che il programma è una scusa per andare da soli e crescere nei sondaggi a livello nazionale?
Invitare le forze progressiste (o presunte tali), a un dibattito sui principali temi della competizione elettorale non è un elemento di chiusura né di competizione. Non abbiamo né sfidato, né contestato, né insultato il Partito Democratico. Abbiamo solo fatto un invito a discutere per fare chiarezza. Non c'è nessuna chiusura né fallo di reazione rispetto alle politiche. Un'alleanza deve basarsi sulla linearità continuiamo a dire, senza questa contribuiamo solo alla crescita del centrodestra. Non mi riconosco in questa narrazione in cui noi sfidiamo il PD, se poi porre dei temi è un insulto per qualcuno c'è un problema proprio su quello che intendiamo come dialogo tra le forze politiche che dovrebbero essere alleate.
Oggi Giuseppe Conte parteciperà alla presentazione dell'ultimo libro di Goffredo Bettini all'Auditorium, con Andrea Orlando e Andrea Riccardi. Gli elettori del PD e del M5S si chiedono una cosa sola credo: quando si può tornare a essere competitivi per non far vincere sempre la destra destra di Meloni e Salvini?
Per me si può ricomporre l'alleanza anche domani, come tra anni. Noi non abbiamo nessun interesse a rimanere isolati. Quello che è stato fatto in questi giorni è una strategia comunicativa volta a farci sembrare ostili, chiusi, ma non è così: ognuno nel rispetto delle sue identità, ma dobbiamo metterci d'accordo su cosa è la giustizia sociale e la transizione ecologica o la contraddizione la distruggerà ancora prima di partire. Mettiamo le basi insieme per un'alleanza progressista, facciamolo subito, non abbiamo lanciato nessun guanto di sfida.