Lazio, l’effetto del vaccino Covid su anziani: ridotto del 91% il rischio di ospedalizzazione
Nel Lazio la vaccinazione della popolazione con più di 80 anni ha provocato un crollo del 91 per cento in merito al rischio di ricovero in ospedale per Covid. Lo mette in evidenza uno studio realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio e presentato oggi dalla direttrice Marina Davoli. Nella Regione amministrata da Nicola Zingaretti sono stati vaccinati circa 345mila cittadini over 80: la prima dose è stata somministrata al 92,06 per cento della popolazione anziana e la seconda dose al 75,5 per cento. Lo studio del Dipartimento di epidemiologia mostra un calo sia per quanto riguarda l'ospedalizzazione che per quanto riguarda la letalità dei ricoveri per Covid.
Lo studio sugli anziani vaccinati a cura degli epidemiologi del Lazio
Stando ai dati presentati dagli epidemiologi della Regione, alla fascia d'età over 80 è attribuibile il 28 per cento dei ricoveri per Covid-19 nella Regione Lazio e oltre il 58 per cento dei decessi. In altre parole, delle persone morte a causa di un'infezione da coronavirus, ben 6 su 10 avevano più di 80 anni di età.
I ricercatori hanno confrontato il rischio di ospedalizzazione in 180mila persone che hanno completato il ciclo vaccinale con altrettanti anziani che invece non avevano effettuato la vaccinazione nello stesso periodo. L'incidenza di ricovero per Covid-19 è di 2.7 ricoveri ogni mille sulle persone vaccinate e di 27 ogni mille casi sugli over 80 non vaccinati. Questo significa che la vaccinazione ha ridotto del 91 per cento l'incidenza di ricovero per coronavirus. In altre parole, ha spiegato la direttrice Davoli, ha consentito di evitare 267 ricoveri nelle persone con più di 80 anni, pari a 3.840 giornate di degenza ospedaliera. Si ricorda, inoltre, che il periodo preso in osservazione è di soli 21 giorni.
Nel Lazio gli anziani con più di 80 anni hanno ricevuto 329.981 prime dosi Pfizer, 45mila dosi Moderna e 270 dosi AstraZeneca. In totale sono state somministrate 375mila prime dosi e quasi 300mila seconde dosi.