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Covid 19

Lazio area gialla nel nuovo dpcm, ma in quattro giorni oltre 500 ricoveri di pazienti Covid

Nel Lazio ci sono alcuni indicatori positivi che fanno ben sperare e che hanno permesso alla regione di essere classificata come ‘area gialla’ dal governo. Ma è vero anche che l’aumento dei ricoveri è in crescita continua e costante: a preoccupare non sono tanto i posti letto nei reparti di terapia intensiva, quanto i posti letto nei reparti ordinari di malattie infettive: il primo novembre quelli occupati erano 2055 e in soli quattro giorni sono diventati 2.508 (dati aggiornati a ieri, 5 novembre).
A cura di Enrico Tata
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Il Lazio ha un indice Rt superiore a quota 1,29, sceso da 1,39 in meno di una settimana e comunque più basso di molte altre regioni italiane. Nel Lazio si processa una gran quantità di tamponi, circa 30mila al giorno per una popolazione di oltre 6 milioni di abitanti, e il rapporto tra casi testati e casi positivi è uno dei migliori d'Italia (è alto, circa il 9 per cento, ma in alcune regioni è oltre il doppio). Infine il sistema sanitario locale, seppure in affanno, ha mostrato di saper rispondere all'emergenza e l'assessore D'Amato ha annunciato la creazione di migliaia di nuovi posti letto (dai 2.900 attuali arriveranno fino a 6.000, di cui oltre 700 di terapia intensiva). Infine il tasso di incidenza dei contagi, cioè quanti casi positivi ci sono ogni 100mila abitanti, è comunque più basso a Roma che in tutte le altre grandi città italiane. Questi alcuni dati che, presumibilmente, consentono al Lazio di essere classificata dal governo come ‘area gialla' in seguito alla firma del nuovo dpcm del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che suddivide l'Italia in tre aree: quella ‘rossa', di cui fa parte per esempio la Lombardia, quella ‘arancione' e quella ‘gialla', per l'appunto.

Nel Lazio preoccupa l'aumento dei ricoveri

D'altro canto, se è vero che ci sono indicatori positivi che fanno ben sperare, è vero anche che l'aumento dei ricoveri è in crescita continua e costante: a preoccupare non sono tanto i posti letto nei reparti di terapia intensiva (ad oggi ne sono occupati 222 su circa 500 e, come anticipato, l'assessore D'Amato conta di portarli presto a 700), quanto i posti letto nei reparti ordinari di malattie infettive: il primo novembre quelli occupati erano 2055 e in soli quattro giorni sono diventati 2.508 (dati aggiornati a ieri, 5 novembre). La Regione si è già mossa per trovare nuovi posti, come anticipato, ma a preoccupare è la situazione dei pronti soccorsi del territorio: gli accessi sono continui, incessanti e in aumento ed è lì che i pazienti vengono smistati, con difficoltà, tra gli ospedali della rete Covid. Spallanzani e Columbus del Gemelli sono praticamente già pieni, le segnalazioni delle lunghe attese dei pazienti in ambulanza si moltiplicano e anche di quelli abbandonati nei corridoi in attesa di un posto letto.

D'Amato: "Obiettivo non sovraccaricare strutture ospedaliere"

"Il tema è raffreddare la curva dell'epidemia con misure proporzionate all'andamento territoriale e non deve essere interpretata come una classifica tra le Regioni, non ci sono buoni o cattivi ma stiamo tutti sulla stessa barca. L'obiettivo comune è quello di contenere il virus e non sovraccaricare oltre ogni limite le strutture ospedaliere. Gli strumenti messi in campo sono proporzionati al monitoraggio settimanale fatto dal Ministero della Salute, dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dalla Cabina di Regia dove sono presenti i rappresentanti delle Regioni", ha dichiarato D'Amato rispondendo alle critiche di alcune regioni ai metodi di classificazione in aree utilizzati dal governo. La Lega Lombarda e il governatore della Sicilia, Musumeci, hanno anche accusato Lazio e Campania di essere "raccomandate" perché dello stesso colore politico del governo.

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