Lazio a rischio zona arancione: Rt in aumento, domani la decisione dell’Iss
Domani, venerdì 19 febbraio, sono attesi i dati del monitoraggio Iss sull'andamento della pandemia. In base ai numeri di domani quindi, si saprà quali regioni saranno gialle, arancioni o rosse a seconda del numero dei contagi, dell'Rt e degli altri parametri. Con un Rt in lieve aumento, c'è il timore che il Lazio possa passare in zona arancione. A martedì questo nella regione era a 0.96, vicino a 1 ma ancora al di sotto della soglia di sicurezza. Il rischio è che a domani sia più alto e che il virus possa quindi entrare nella sua fase espansiva. "Stimiamo un Rt lievemente in aumento", ha dichiarato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, presentando il bollettino giornaliero della Regione Lazio, che ieri ha visto 871 nuovi casi di coronavirus, 23 in meno rispetto al giorno precedente.
L'Rt sale ma gli altri dati restano buoni
Se l'Rt sta salendo leggermente, gli altri parametri sono più rassicuranti. La curva dei contagi, come anche confermato a Fanpage.it dal fisico Giorgio Sestili, sta migliorando, la pressione sulle terapie intensive sta calando e anche i ricoveri sono diminuiti. Rispetto a qualche mese fa i livelli sono tornati sotto la soglia di sicurezza. A preoccupare però sono le cosiddette varianti, le mutazioni del virus Sars-Cov-2 che potrebbero non solo essere più resistenti al vaccino (e compromettere così la campagna messa in piedi non solo a livello regionale e nazionale, ma anche mondiale), ma anche diffondersi più velocemente in forme più gravi. "Ci sono dati che suscitano preoccupazione soprattutto per quanto riguarda le varianti – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – ma la cosa che funziona è il monitoraggio: bisogna tuttavia fare attenzione perché il virus varia, come ci dice la scienza, e può farlo molto rapidamente. Quindi insieme alla campagna vaccinale e a quella dei tamponi, ciò che farà la differenza sarà tenere alta l'attenzione".
La diffusione della variante inglese
Il Ministero della Salute italiano ha pubblicato uno studio basato sull'analisi di 3.984 casi di Covid, dove sono state rilevate 495 infezioni da variante inglese. Questa variante, si legge ancora, è stata identificata nell'88 per cento delle 16 regioni italiane partecipanti allo studio, ma le stime di prevalenza per ogni regione risultano molto diverse e vanno dallo 0 per cento al 59 per cento. La prevalenza nazionale al 4-5 febbraio 2021 è pari al 17,8 per cento.