Lavori alla metro C, Roberto Gualtieri: “Tagliare i fondi è un grave danno per Roma”
Taglio dei finanziamenti per la tratta Clodio-Auditorium-Farnesina della metro C: è quanto prevede il disegno di legge di Bilancio 2025. Ancora in corso l'iter parlamentare, già vede in disaccordo il sindaco della capitale Roberto Gualtieri. Già la settimana scorsa il primo cittadino ha dichiarato che la legge di Bilancio sarebbe "costruita quasi interamente sulle spalle degli enti locali e scarica i costi sui cittadini" e che metterebbe a rischio i servizi per gli stessi cittadini, proprio come la metro C.
"È un grave errore che priverebbe un intero quadrante della città di un'infrastruttura strategica e renderebbe più complessa e costosa anche la tratta Venezia-Clodio, costringendo a realizzare il cantiere principale del capolinea a Prati – ha dichiarato il primo cittadino – Mi appello al Governo affinché possa correggere al più presto questo errore e salvare la metro C". Un'infrastruttura strategica per il rilancio dei trasporti a cui mira il sindaco, come spiegato anche nell'intervista a Fanpage.it della settimana scorsa.
Roberto Gualtieri sulla possibilità del taglio dei fondi per la Metro C
"È una misura assurda e sbagliata e rischia di produrre conseguenze impreviste e non sufficientemente meditate. Trovo paradossale che Meloni voglia tagliare proprio l'opera che aveva deciso di finanziare due anni fa – ha dichiarato il primo cittadino a il Messaggero – Cancellare la tratta Clodio-Farnesina impedirebbe il completamento della Metro C, l'opera più importante per il rilancio del trasporto pubblico della capitale".
Tagliare i 425 milioni di euro, renderebbe impossibile utilizzare anche i 465 già stanziati, perché questa tratta non può essere scomposta da una parte. Dall'altra aumenterebbero di 50 milioni i costi per la tratta T2, da piazza Venezia a Clodio/Mazzini, dove dovrebbe essere spostato il capolinea.
Le conseguenze del taglio dei fondi
Non prevedere il prolungamento della tratta fino alla Farnesina, dove era già stata individuata un'area idonea, porterebbe conseguenze importanti.
"Un capolinea a Prati vorrebbe dire più disagi, più scavi, l'arrivo di tir giganteschi. Tutto ciò in un quartiere già messo a dura prova dal traffico – ha continuato – Inoltre comporterebbe l'inizio dei lavori in pieno Giubileo, a differenza della tratta Farnesina-Clodio-Venezia per cui l'inizio è previsto per la fine del 2025″. E, ancora, resterebbero non collegati l’Auditorium, il Flaminio, lo stadio Olimpico, il ministero degli Esteri, il Maxxi, il nuovo museo della Scienza di prossima costruzione. E creerebbe una falla per il futuro prolungamento lungo la Cassia fino alla Giustiniana, già ipotizzato dal sindaco.
L'appello al Governo
"Con il Governo avevamo raggiunto un accordo sul trasporto in ferro, per questo mi sembra una decisione incomprensibile. Ma è ancora possibile rimediare, ecco perché mi rivolgo direttamente al Governo. C'è sempre stata una piena collaborazione istituzionale, anche quella per il Giubileo è positiva – ha continuato – Non si può tagliare sulle infrastrutture che, oltre al servizio per i cittadini, rappresentano anche un investimento. E tagliare gli investimenti significa scavarsi il terreno sotto i piedi".