Lavinia investita all’asilo, il papà: “La maestra chiede messa alla prova, ma non ha mai chiesto scusa”
Nuova udienza sul caso della piccola Lavinia, investita da un'automobile a 16 mesi mentre si trovava in un asilo di Velletri nell'agosto del 2018. Si tratta del primo appuntamento in aula dopo la modifica dei capi d'imputazione nei confronti della maestra, accusata di lesioni gravissime e abbandono di minore.
Con lei, al banco degli imputati, si trova anche la donna che l'ha investita, mamma di un compagno di scuola della piccola, accusata di lesioni gravissime. La bimba, a seguito dell'incidente, si trova in stato vegetativo.
"Ha chiesto la messa alla prova per il reato principale di lesioni gravissime – ha spiegato a Fanpage.it Massimo, il papà di Lavinia – Ma per far sì che venga accettato è prevista un'ammissione di colpa: deve ammettere la propria responsabilità ed essere consapevole di ciò che ha fatto, cioè che mia figlia è finita in stato vegetativo perché dimenticata nel parcheggio dell'asilo".
La richiesta di messa alla prova per lesioni gravissime della maestra
L'istituto di messa alla prova nasce dal fatto che nella precedente udienza il principale reato principale è diventato quello di lesioni colpose gravissime: "Una volta ammessa la propria responsabilità, il giudice valuterà se si tratta di un programma congruo e lo valuteremo anche noi come parte civile: potrebbe trascorrere sei mesi in carcere o un anno in un istituto per disabili, mettendosi a disposizione della società per espiare concretamente quello che ha fatto. Perdiamo un altro paio di mesi di tempo, ma la prescrizione è sospesa".
La sensazione, però, è che manchi la consapevolezza di quanto accaduto: "Fino ad ora non ci è stato mai chiesto scusa ed ha portato avanti un atteggiamento provocatorio, mai di vicinanza, ma sempre di critica. Il culmine è stato raggiunto con la proposta di un euro di risarcimento, ma anche con la chiamata di una donna, sua amica, poi denunciata per falsa testimonianza".
L'accusa di abbandono di minore
Non cambia, invece, la situazione per quanto riguarda il reato di abbandono di minore: per prelevare la bimba dal cortile in cui si trovava, dove giaceva come un fagottino rosa dopo essere stata investita, la maestra avrebbe lasciato tutti gli altri bambini e le altre bambine da soli a scuola. "Comunque vada la messa in prova, dovrà essere giudicata per questo tipo di reato", sottolinea il papà della piccola.
"Per quanto riguarda il risarcimento – aggiunge poi – L'avvocato difensore continua a dire che noi siamo stati interamente risarciti: ci teniamo a ribadire che non è vero. Lo ha comunicato anche la nostra avvocata Cristina Spagnolo: il risarcimento ricevuto è solo parziale ed è arrivato tramite l'assicurazione. La maestra non ha versato un euro". La piccola oggi è seguita per 12 ore dall'assistenza sanitaria della regione Lazio: "Il resto della giornata, è a nostro carico: si tratta di un'assistenza specialistica molto costosa – precisa Massimo – Le risorse ci servono proprio per garantire a Lavinia un presente e futuro dignitoso e sarebbero gestite direttamente dal giudice tutelare: sappiamo che lei è una bimba in stato vegetativo e non potrà mai avere un futuro normale".
Il processo per l'incidente di Lavinia
Sarebbe dovuto essere l'ultimo appuntamento in aula, quello previsto per oggi, ma la variazione dei capi di imputazione ha reso il procedimento più lungo. Dopo uno stop di 4 mesi dovuto a legittimi impedimenti (una delle due imputate ha partorito, ndr), il processo è ricominciato a maggio.
"Siamo soddisfatti, presto ci sarà giustizia per mia figlia", aveva rivelato a Fanpage.it la mamma di Lavinia, confidando in una sentenza sempre più vicina. La prossima udienza, però, è stata rimandata alla metà del prossimo settembre.