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La morte di Stefano Dal Corso in carcere

L’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso si farà a Roma: quando è prevista

L’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso, morto in cella ad Oristano in circostanze misteriose si terrà il prossimo 12 gennaio: l’autorizzazione è arrivata dopo 7 richieste respinte.
A cura di Beatrice Tominic
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Dopo sette richieste respinte, la Procura di Oristano ha autorizzato l'autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto romano morto in cella il 12 ottobre 2022 in circostanze non ancora chiarite. Come ha confermato a Simona Berterame di Fanpage.it la sorella di Stefano, Marisa Dal Corso, la data fissata per gli esami è quella del 12 gennaio. L'autopsia si terrà nel pomeriggio al policlinico Gemelli e sarà anticipata da una tac. Secondo i medici legali, i risultati non arriveranno prima di quattro o cinque mesi.

La reazione della famiglia dopo la notizia dell'autopsia

Hanno chiesto che venisse effettuata l'autopsia per tanto tempo, senza arrendersi, nonostante le richieste respinte. E finalmente è arrivata. "C'è felicità, ma c'è anche molto altro", così ha commentato la sorella di Stefano Dal Corso non appena appreso dell'autorizzazione dell'autopsia sul corpo del fratello. "I traguardi sono quelli a cui arrivi e sei contenta. Non so se sono contenta, potremmo arrivare a una verità ma quel corpo che sarà aperto è il corpo di mio fratello – continua poi – Noi andiamo avanti, sperando di arrivare a quella verità tanto attesa".

I dubbi dei medici legali

Da tempo i medici legali sostengono che le circostanze in cui è morto Stefano Dal Corso non siano ancora totalmente chiare. "Troppe cose non tornano: l'esame è stato sommario, il sopralluogo approssimativo". Si è parlato di suicidio: Dal Corso si sarebbe impiccato in cella alla grata della finestra utilizzando un pezzo di lenzuolo tagliato con un taglierino. Ma le lenzuola del letto della cella sono state trovate senza strappi. E la finestra di cui si sarebbe servito Dal Corso sembra essere situata troppo in basso.

Cosa non torna: le testimonianze

Nessuna telecamera di sorveglianza avrebbe ripreso la scena e secondo un supertestimone, un ufficiale esterno della polizia penitenziaria, sarebbe stato ucciso dopo aver assistito ad un rapporto sessuale. "Gli ha rotto l'osso del collo con una spranga e due colpi di manganello", avrebbe dichiarato. A quanto riportato dal supertestimone, si aggiungono anche le dichiarazioni di due detenuti e la morte di un secondo detenuto all'interno dello stesso carcere in quello stesso anno e con modalità simili che, però, non sarebbe mai stata segnalata ufficialmente.

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