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L’attico confiscato a Diotallevi, Er Secco di Romanzo Criminale, diventa una scuola per magistrati

Si affaccia su Fontana di Trevi e dopo essere stato per anni uno dei luoghi della Banda della Magliana, da oggi ospiterà la nuova sede della Scuola superiore per magistrati intitolata a Mario Amato.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto da Twitter.
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Diventerà la nuova sede della Scuola superiore per magistrati intitolata a Mario Amato: è questo il destino dell'attico che si affaccia su Fontana di Trevi, appartenuto a Ernesto Diotallevi, boss della malavita romana che ha ispirato il personaggio de Er Secco di Romanzo Criminale.

È proprio all'interno di questo appartamento, ricorda il Messaggero, che venivano studiate e progettate le mosse della Banda della Magliana. Le 14 stanze che si trovano al suo interno, però, sono state confiscate dal 2018.  "Vi è un alto significato nella scelta di trasformare questo luogo privilegiato da ostentazione dell’illegalità a sede dell’organismo che cura la formazione e l’aggiornamento dei magistrati", ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a proposito della nuova sede della Scuola.

Er Secco di Romanzo Criminale

L'appartamento confiscato apparteneva ad Ernesto Diotallevi, figura molto vicina al boss Danilo Abbruciati, detto Er Camaleonte. Nella rete della malavita romana, Diotallevi aveva la funzione di intermediario fra la Banda della Magliana e la vita economica e finanziaria della capitale, oltre a numerosi contatti con  La pericolosità di Diotallevi, confermata anche da Enrico Nicoletti, altra figura di spicco che operava nella banda in qualità di cassiere, ha fatto sì che il primo sequestro dell'immobile potesse trasformarsi presto in confisca.

La confisca del'attico che si affaccia su Fontana di Trevi

Dopo la confisca emessa in primo grado dal tribunale per le misure di prevenzione di Roma, l'appartamento è passato all'Agenzia Nazionale per i beni confiscati, nonostante l'assoluzione di Ernesto Diotallevi da parte della Corte d'Assise nel processo del 1996. All'interno del lussuoso attico, la Direzione investigativa antimafia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno rinvenuto opere d’arte per un valore di 25 milioni.

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