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L’Atletico San Lorenzo lotta per riavere il campo di quartiere: “Proprietari non ci ascoltano”

Da cinque anni l’Atletico San Lorenzo non riesce ad accedere al campo di quartiere, il Benedetto XV, di proprietà della fondazione religiosa Cavalieri di Colombo. E così i calciatori della polisportiva sono costretti ad allenarsi in altre sedi. “Noi ci siamo offerti di omologare il campo a spese nostre, ma non riusciamo ad avere un dialogo per trovare un punto d’incontro”, spiega a Fanpage.it Gaia Mauri, la portiera della squadra di calcio femminile.
A cura di Francesco Muccino
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Foto Facebook "Atletico San Lorenzo".
Foto Facebook "Atletico San Lorenzo".

Non hanno più accesso al campo del quartiere dove erano soliti allenarsi e giocare le partite, e così i calciatori sono costretti a doversi recare altrove. Adesso è scontro tra l'Atletico San Lorenzo e i Cavalieri di Colombo, organizzazione cattolica statunitense con sede anche a Roma, titolari del campo "Benedetto XV" situato in via dei Sabelli, nel cuore di San Lorenzo. "La questione è che quel campo a 11 è uno dei pochissimi campi di terra rimasti a Roma e non è omologato, lo è solo per il calcio a 9. Ma quel campo a noi non lo affittano da cinque anni, così le squadre sono costrette ad allenarsi altrove", spiega a Fanpage.it Gaia Mauri, portiera della squadra di calcio femminile dell'Atletico San Lorenzo, che evidenzia come sia fondamentale per l'associazione sportiva riportare tutti i suoi atleti a giocare nel quartiere: "Siamo riusciti intanto a riportare tutte le altre squadre, come quelle di basket, ma il calcio a 11 è ancora proibitivo, anche per under 14 e 19. Abbiamo inviato diverse mail alla fondazione religiosa, ma ogni volta che ci rispondono ribadiscono che la linea guida è che su quel campo non ci può giocare nessuno di età superiore ai 12 anni".

"Coinvolta una terza parte, non riusciamo ad avere un dialogo"

La polisportiva, con la propria prima squadra iscritta al campionato di II categoria dilettanti, si è vista respingere anche quest'anno la possibilità di potersi allenare nel campo del quartiere poiché la fondazione avrebbe deciso di riorganizzare il terreno, smantellandolo per creare lo spazio necessario per realizzare campi da calcetto e calcio a nove, oltre a un parcheggio. "Noi negli anni – precisa Mauri – abbiamo proposto varie soluzioni, tra cui omologare il campo a spese nostre. Cerchiamo di andargli incontro in ogni maniera, ma sul campo a 11 non si smuovono". E così i giocatori sono costretti a ripiegare su altri campi fuori dal quartiere, come quelli della Pro Roma a largo Preneste. A complicare la situazione il coinvolgimento di una terza realtà: "Da tre anni a questa parte loro hanno fatto entrare un’altra società e subaffittano i campi a loro. Non si capisce se i Cavalieri vogliano avallare nuovi progetti, non riusciamo ad avere un tavolo con tutte le parti coinvolte per trovare un punto d’incontro: si rifiutano di aprire un dialogo e ci rimandano da una parte all’altra". Ma la calciatrice assicura che "intendiamo insistere, vogliamo riavere il campo non solo per l’Atletico San Lorenzo, ma anche perché il circolo è del quartiere e tante altre realtà sportive potrebbero svolgerci attività". E conclude: "È una battaglia per tutto il quartiere”.

L'Atletico San Lorenzo: "Campo è risorsa per lo sport del quartiere"

L'Atletico San Lorenzo non intende dunque arrendersi, come spiega anche in un post sulla propria pagina Facebook: "C'è un campo di calcio storico immerso tra i palazzi del quartiere. Dovrebbe essere la nostra casa naturale, invece è incolto e abbandonato in attesa di nuovi progetti". La polisportiva spiega che "le nostre squadre non si possono allenare su di esso in orario serale, né tanto meno giocare le partite delle categorie under 14 e under 16. Di fatto, il gioco del calcio a San Lorenzo si può praticare solo fino all'età di 12 anni". Con il campo di terra che versa in pessime condizioni, l'Atletico è pronto a riqualificarlo e "renderlo uno spazio disponibile ed una risorsa per lo sport non solo per la nostra polisportiva, ma per tutto il quartiere e per tutta la comunità, per la scuola e per i progetti sociali. E per fare ciò siamo pronti ad investire tutte le nostre forze e la solidità del nostro modello di sport popolare". Manca solo il dialogo tra le parti.

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