Latitante dell’Isis arrestato all’aeroporto di Fiumicino: nel 2014 era andato a combattere in Siria
Una volta si fingeva uzbeko, un'altra ucraino. Così Ilkhomi Sayarakhmonzoda, trentaduenne considerato "membro attivo dell'Isis", è riuscito a sfuggire alle autorità europee. Raggiunto da un mandato di arresto internazionale, il trentaduenne era latitante da tempo. Secondo quanto ricostruito dagli agenti, si sarebbe arruolato nelle fila dello Stato Islamico e sarebbe andato a combattere in Siria nel 2014.
Rintracciato il terrorista: ecco come sfuggiva agli agenti
Nato nel 1992 in Tagikistan e raggiunto da mandato di arresto internazionale, da tempo riusciva a sfuggire all'arresto e agli agenti grazie alla creazione di numerosi alias con nazionalità e date di nascita diverse. Il latitante si fingeva prevalentemente proveniente dall'Uzbekistan, dal Kirghizistan e dall'Ukraina e cambiava spesso la sua data di nascita, per confondersi al meglio.
Ma stavolta qualcosa è andato diversamente. Il trentaduenne è stato arrestato nella mattina di oggi, lunedì 8 aprile, a Roma, dopo essere atterrato a Fiumicino con un volo proveniente da Eindhoven, nei Paesi Bassi.
L'arresto del 32enne latitante
Il latitante era stato raggiunto da mandato di arresto internazionale a fini estradizionali "per essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014; lo stesso risulta essere un membro attivo dell’organizzazione terroristica denominata ISIS".
Ad attenderlo, all'aeroporto, gli agenti della Digos della capitale coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e con il contributo della Polizia di Frontiera di Fiumicino. Per gli agenti è soltanto una delle importanti attività preventive a largo raggio organizzate dalla stessa Digos e dalla Polizia di Stato.
La reazione del ministro Piantedosi
"Si tratta di un risultato molto importante, il frutto dell'efficace attività di prevenzione svolta dai nostri apparati sul territorio nazionale per contrastare la minaccia terroristica – ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – Questo arresto conferma la proficua cooperazione con le Forze di polizia di altri Paesi con i quali esiste una costante condivisione sia del patrimonio informativo sia delle strategie operative per fronteggiare efficacemente i profili di rischio".