Latina resta commissariata, respinto il ricorso presentato dal sindaco Coletta
Il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dal sindaco di Latina, Damiano Coletta, decaduto dopo la sentenza del tar del Lazio arrivata la scorsa settimana. Per il momento, quindi, rimarrà in carica il commissario prefettizio. Per il 26 luglio è stata fissata una udienza per fornire una risposta definitiva in merito all'istanza.
"Il respingimento del ricorso presentato dall'ormai decaduto sindaco di Latina da parte del Consiglio di Stato, se confermato, non mi sorprenderebbe. E' plausibile che anche quest'organo di rilievo costituzionale decida di attenersi alla sentenza del Tar che ha accertato irregolarità alle elezioni dello scorso ottobre in ben ventidue seggi. Resta una grave falla di tutto il centrodestra il non aver provveduto all'immediata sfiducia di Coletta, lasciando la città nell'ingovernabilità", ha dichiarato in merito la senatrice pontina Marinella Pacifico (Coraggio Italia, Gruppo Misto).
Il caso di Latina è arrivato anche alla Camera, con la Lega che ha chiesto un intervento immediato del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. "Quanto accaduto nel capoluogo pontino ha dell'incredibile, è urgente che venga fatta piena luce sulla dinamica di una elezione che, sin dal primo momento, ci ha lasciato perplessi", scrivono i deputati del partito di Matteo Salvini. D'accordo anche il coordinatore regionale per il Lazio di Fratelli d'Italia, Paolo Trancassini: "Gravissime violazioni hanno inciso sull'esito del voto: nella sentenza si leggono preoccupanti motivazioni come la prassi della scheda ballerina, utilizzata dalla criminalità organizzata per condizionare e controllare il voto, dando una scheda già compilata all'elettore. Autorevoli esponenti del Partito democratico, come il coordinatore regionale del Lazio, ha portato la sua solidarietà al sindaco decaduto per queste gravi irregolarità: è chiaro come l'avversione al voto diventi anche avversione ai controlli sul voto, ma tutto questo è molto grave". Per questi motivi anche Fratelli d'Italia ha chiesto a Lamorgese "di venire urgentemente a riferire in Aula".
Il tar ha accolto un ricorso presentato da tre consiglieri non eletti a causa di alcune incongruenze riscontrate nei verbali approvati dai presidenti di seggio. Nello specifico i giudici hanno annullato il voto di 33 sezioni.