Latina, il video trap che inneggia ai Travali e cita “zio Bula”, il boss arrestato
"Palletta, l'ho scritto anche sui muri della cameretta, Zio Bula esce in fretta". Basta questo passaggio per capire a chi sia dedicata la canzone trap che sta spopolando tra i palazzoni popolari di Latina, dove si sente ancora l'eco delle sirene per la recente operazione della Polizia di Stato che ha portato in manette 19 affiliati ai clan Travali e Di Silvio. "Zio Bula" è infatti Salvatore Travali, arrestato il 17 febbraio insieme al fratello Angelo Travali, detto appunto Palletta.
Nel testo compare anche un altro nome: viene citato "Papù", ovvero Antonio Di Silvio, deceduto nel 2016 a 75 anni, imparentato coi Casamonica e ritenuto capo assoluto del clan rom di Gionchetto che, secondo gli inquirenti, si spartisce il potere coi Travali, gruppo al quale è legato anche da vincoli familiari.
Il video musicale, che sarebbe stato girato da numerosi giovani appartenenti alle famiglie colpite dagli arresti, appare come una sfida e, insieme, una dimostrazione di potere: i ragazzi, per lo più coperti da passamontagna, mostrano denaro e inneggiano a spaccio di droga, omertà e violenza, lanciando il messaggio che, nonostante la recente operazione della Squadra Mobile, Latina resta "cosa loro".
"C'ho in mano un fero pronto, siamo cresciuti nella fame, tra coltelli e lame", si sente cantare in un'altra strofa. E poi, per dissipare gli ultimi dubbi, semmai ne fossero rimasti, i ragazzi protagonisti del video mostrano anche le fotografie degli arrestati della "Operazione Reset". Il video, inizialmente pubblicato anche su YouTube, è stato cancellato nelle scorse ore dallo stesso utente che l'aveva caricato; le immagini sono state acquisite dalle forze dell'ordine.
La vicenda ricorda quella di un altro video trap, girato però a Napoli: continui rimandi alla camorra, all'omertà e allo spaccio di droga, quest'ultimo mostrano anche nelle immagini, e il protagonista del video è il figlio ancora minorenne del boss del quartiere Bagnoli, di recente tornato in carcere.