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L’assessore Zevi a Fanpage.it: “Con censimento digitale possiamo valorizzare il patrimonio abbandonato”

Si chiama Atlante lo strumento digitale tramite il quale Roma Capitale ha messo in opera il censimento del proprio patrimonio. Presto Atlante avrà un’interfaccia per gli utenti che potranno così sapere tutto di ogni singolo immobile e area verde, scoprendo anche come chiederne l’assegnazione e contribuire a valorizzarlo.
A cura di Valerio Renzi
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Si chiama "Atlante" l'interfaccia messa a punto dall'amministrazione comunale di Roma per censire il patrimonio pubblico, e rendere i dati pubblici e accessibili. Un'operazione che l'assessore alla Casa e al Patrimonio Tobia Zevi aveva annunciato inun'intervista a Fanpage.it lo scorso dicembre, e ieri presentata alla città dopo mesi d'intenso lavoro.

Qual'è la cosa che più l'ha stupita del censimento operato?

Stimiamo che un su un patrimonio complessivo di 100.000 immobili, aree verdi, aree urbane di proprietà di Roma Capitale, un 30% noi non li conoscevamo. Abbiamo mappato 65.070. immobili, tra le 15 e le 18.000 strade e aree urbane, tra le 10 e le 12.000 aree verdi.

Un numero incredibile, come è stato possibile?

Esistevano sistemi di archiviazione e data base diversi. Ora con Atlante però cambierà tutto: sarà tutto accessibile online in modo trasparente, geolocalizzato. Un servizio per i cittadini, per l'amministrazione, gli enti terzo settore e le imprese.

Questa mappatura aiuterà a reperire anche nuove case disponibili per scorrere le graduatorie delle case popolari?

Sfatiamo un mito: non è vero che ci sono case vuote a Roma, o meglio quelle che ci sono non sono di proprietà pubblica, è una leggenda metropolitana, le case vuote sono quelle dei privati. La nostra politica prevede un aumento degli alloggi di edilizia popolari, anche recuperando edifici e stabili vuoti, ma è un effetto indiretto del nostro intervento sul riordino del patrimonio. Tramite questo tipo di organizzazione digitale sarà però sicuramente più semplice tenere sotto controllo lo stato degli alloggi popolari, evitando fenomeni come l'abusivismo e accelerando la riassegnazione.

Ci può fare un esempio di come i cittadini potranno utilizzare l'applicativo e l'interfaccia di Atlante?

Il sogno che abbiamo è che un cittadino, in maniera semplice, possa sapere se un immobile che ha sotto casa sia di proprietà comunale o meno, a chi è assegnato, da quanto tempo e perché, quanto paga l'assegnatario. Ma soprattutto i cittadini potranno acquisire informazioni sugli immobili vuoti, scoprendo le procedure per ottenerlo.

Quindi non è solo un'operazione di trasparenza…

Assolutamente. Non ci interessa la best practice digitale, anche se l'accesso ai dati pubblici è fondamentale e una questione di qualità della democrazia. Abbiamo pensato a uno strumento che non scoraggi ma aiuti i cittadini a essere protagonisti della valorizzazione di questo patrimonio, che è stato per troppo tempo mal gestito. S

Sembrava un'impresa impossibile?

L'importante è iniziare. Importante è stata anche la sinergia tra le competenze dei nostri uffici amministrativi e il know how e gli strumenti tecnologici acquisiti dall'esterno. Da quando siamo arrivati abbiamo operato il censimento, costruito l'interfaccia e approvato il nuovo regolamento del patrimonio indisponibile che associazioni e terzo settore aspettavano da anni, al termine di un percorso di concertazione e ascolto.

Posso dire un'ultima cosa?

Prego…

Abbiamo scelto Atlante come nome perché come le cartine che abbiamo conosciuto a scuola, è uno strumento che fornisce anche una chiave interpretativa, uno strumento semplice e che tutti possono imparare a leggere avendo agilmente una visione d'insieme.

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