L’assessore alla cultura Massimiliano Smeriglio a Fanpage.it: “L’Estate Romana tornerà in periferia”
Appena insediato nel suo nuovo ruolo di assessore alla Cultura di Roma Capitale, e subito una gatta da pelare: Airbnb e l'esperienza esclusiva di vivere una giornata da gladiatori al Colosseo. La prossima settimane incontrerete il Ceo della piattaforma, come gli direte?
Il mecenatismo è importante, ma non può essere uno scambio. Se l'azienda vuole contribuire alla conservazione, alla valorizzazione e al restauro dell'Anfiteatro Flavio come ha dichiarato con un milione e mezzo di euro, non possiamo che essere felici. Perché Roma è una città complessa che ha anche bisogno di brand privati. Però secondo me è già abbastanza poter fregiarsi di aver contribuito alla valorizzazione di un sito di tale importanza. Non c'è alcun bisogno di uno scambio, peraltro per far vivere un'esperienza "esclusiva" a una manciata di persone. Uno dei monumenti più importanti e visitati al mondo non può diventare un parco a tema, e Roma non può diventare Disneyland. Proveremo a convincerli di questo.
In più c'è un'altra questione: il tema degli affitti brevi è della regolamentazione dell'azione delle piattaforme è in discussione proprio in questo momento…
Siamo alla vigilia del Giubileo, sono attese tra le 25 e le 30 milioni di persone. La piattaforma legittimamente farà molti affari in città, e quindi per noi è importante parlare sì del Colosseo ma anche di un tema gigantesco oggi affrontato da tutte le più grandi metropoli del mondo, ovvero l'overtourism. Ma siccome molte città, da Barcellona a Berlino, a Parigi e New York e adesso anche Firenze hanno preso iniziative per governare il fenomeno degli affitti brevi, è necessario ascoltare il loro punto di vista ma anche regolare il fenomeno.
Parliamo del Giubileo allora già che ci siamo. Si parla tantissimo di cantieri, della città che si prepara all'arrivo dei flussi di pellegrini e di turisti e degli effetti positivi e negativi che questo appuntamento avrà per la per la Capitale. Per ora, ovviamente, i cittadini vedono soprattutto i disagi. E quanto riguarda l'offerta culturale?
La città sta compiendo uno sforzo oggettivo gigantesco, che comporta anche tante complicazioni. È inutile negarlo, soprattutto per i cittadini e le cittadine romane, sul fronte nel traffico. Però siamo in una fase davvero di trasformazione epocale di Roma, e speriamo che tutto vada a buon fine. Contestualmente con la sovraintendenza abbiamo aperto anche 113 cantieri di valorizzazione e restauro. Oggi (mercoledì ndr) inaugureremo la Fontana del Pantheon, il 31 dicembre chiuderemo il cantiere di Fontana di Trevi.
Ma oltre al restauro dei monumenti, abbiamo anche preparato un bando che presenteremo il prossimo 9 dicembre in Campidoglio. Cinque milioni di euro del PNRR che investiremo in attività culturali nel contesto dell'anno giubilare. Inviteremo le associazioni, le imprese culturali, le cooperative e i municipi a partecipare. È vero che è un bando una tantum, però è un'immissione consistente di risorse. E poi stiamo preparando la giornata del 1 gennaio, Capo d'Arte, una manifestazione che va affermandosi.
Ha già spiegato che il suo pallino sarà redistrubuire le attività culturali in tutta la città. Come si fa?
Immettendo delle rigidità nei bandi e facendo attenzione nella programmazione istituzionale. Anche il 1 gennaio le iniziative coinvolgeranno il centro ma non solo, ci saranno eventi a Ottavia e San Basilio. Noi dobbiamo rompere questa barriera orizzontale, che di fatto esiste tra il centro e il resto della città. Intorno all'80 – 85% dell'offerta culturale romana è collocata tra il primo e il secondo municipio.
Adesso si troverà ad affrontare un tema con cui tutti coloro che hanno ricoperto il suo ruolo negli ultimi decenni si sono dovuti misurare: l'Estate Romana. Una manifestazione che è un brand, che è un pezzo dell'immaginario della città, ma che negli ultimi anni ha faticato a trovare una sua identità e ora il bando è in scadenza. Immagino che in tanti anni chi si è occupato di politiche culturali ci avrà riflettuto…
L'Estate Romana rappresenta un luogo sentimentale diciamo intoccabile. Ma non lo dico in termini conservativi. Lo dico perché rimanda a una stagione, quella di personaggi straordinari come Renato Nicolini e Gianni Borgna. Se Nicolini ha rappresentato la rottura e l'invenzione del meraviglioso urbano, Borgna ha tradotto tutto questo nella nascita di tanti presìdi culturali in città. Quindi vanno letti insieme, e uno dopo e uno dopo l'altro.
A Roma ormai l'estate, colpa dei cambiamenti climatico non dico che è tutto l'anno, ma quasi. Quindi c'è un tema di destagionalizzazione. L'Estate Romana ha un'offerta culturale straordinaria, ma tutta inzeppata in 45 giorni di fatto, peraltro nel momento in cui una parte dei romani non è neanche in città. Amiamo i pellegrini, rispettiamo i turisti che fanno viaggiare l'economia della città, ma noi ci occupiamo degli abitanti di Roma prima di tutto.
Sicuramente introdurremo, già lo abbiamo sperimentato nel bando per i teatri sotto i 100 posti appena pubblicato, una maggiore attenzione alle politiche di genere e soprattutto l'indice di perifericità, ovvero avranno più punti i progetti che atterreranno nelle aree più lontane dal centro. Poi ovviamente c'è la questione di fare i bandi meglio e in tempo per permettere agli operatori di lavorare al meglio. E proprio in quest'ottica, ascoltando le richieste che vengono dal settore della cultura, vogliamo a fare un bando triennale e non biennale, ma questo dipende come sappiamo da una questione di bilancio e non solo dalla volontà politica.
E queste sono le questioni amministative. Per quanto riguarda invece i contenuti?
Mi piacerebbe, insieme agli stakholders, agli imprenditori del settore, alle associazioni, e a chi vuole metterci la testa in città, promuovere dei momenti di riflessione su come dare un segno alla programmazione culturale della città, soprattutto nell'anno giubilare. Come la cultura può promuovere la conciliazione e l'ascolto, e una produzione culturale non provinciale ma all'altezza di un palscoscenico globale, come valorizzare i diversi linguaggi. Anche se so che è molto complicato però promuovere il dialogo sarà uno dei nostri obiettivi.
L'anno scorso Fanpage.it ha pubblicato un'inchiesta sulle condizioni di lavoro e precarietà sulle condizioni di lavoro dento Teatro di Roma. Riusciremo ad avere istituzioni culturali a precarietà zero?
Questo è uno dei nostri obiettivi, come ha ribadito anche una mozione recentemente approvata in consiglio comunale. Penso anche al Teatro dell'Opera dove i precari lavorano per 5 euro l'ora come ci raccontano i sindacati e le denunce sui giornali. Abbiamo un problema serio e lo affronteremo con le fondazioni e gli istituti culturali. Lo affronteremo con la Fondazione Teatro di Roma e con il Teatro dell'Opera, perché non va bene.
Sto facendo degli incontri con i sindacati, anche con le realtà di base e autorganizzate dei lavoratori dello spettacolo e degli enti culturali per dare rappresentanza e ascolto a tutti. Il prossimo lunedì incontrerò le Camere del Lavoro Autonomo e Precario proprio per discutere del Teatro di Roma. Le politiche culturali pubbliche per essere credibili non possono produrre lavoro povero e precarietà per questo dobbiamo lavorare per la stabilizzazione.