L’assessora Veronica Mammì: “Un dramma i morti in strada, usciamo da logica dell’emergenza freddo”
Sono 12 i senza tetto morti dall'inizio dell'inverno per le strade di Roma. Un bilancio che potrebbe tornare ad aggravarsi nei prossimi giorni. Sono circa 8000 le persone che si stimano vivano per strada nella capitale. Si tratta di clochard ‘storici', di migranti in transito per Roma o richiedenti asilo in attesa, di uomini e donne duramente colpiti dalla crisi che si trovano in una condizione di emergenza abitativa. Le associazioni impegnate in strada nell'assistenza a chi non ha un tetto, hanno con forza chiesto uno sforzo ulteriore da parte delle istituzioni, a cominciare dal Campidoglio, sottolineando come il freddo non può essere un'emergenza.
Ne abbiamo parlato con l'assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale Veronica Mammì, ospite negli studi di Fanpage.it che rivendica l'impegno dell'amministrazione in queste settimane, in cui ha "costantemente lavorato per aumentare i posti d'accoglienza che sono arrivati ad essere oltre 1.200", mentre un nuovo bando per una ulteriore struttura da minimo 80 posti è pronto. "Si tratta di strutture che hanno tutta una serie di servizi, garantiscono sicurezza e un'offerta che va oltre la mera accoglienza, quindi kit igienici, pasti caldi e ovviamente un letto dove dormire", sottolinea l'assessora.
In consiglio comunale, con i voti anche di una parte della maggioranza con il gruppo del Movimento 5 Stelle che si è spaccato tra voti favorevoli e astenuti, è stata approvata una mozione urgente a prima firma Stefano Fassina, che impegna la sindaca Virginia Raggi e la giunta ad aprire le stazioni della metropolitana per dare ricovero ai senza tetto. Ma le stazioni anche nei gironi di freddo più intenso sono rimaste chiuse.
Per Mammì il punto non è la mancanza di volontà da parte dell'amministrazione, ma piuttosto le difficoltà dovute alla pandemia di coronavirus nel mettere in atto un'azione emergenziale che solitamente è di routine. "Non abbiamo scelto di non aprire, ne stiamo valutando la fattibilità, ovviamente quest'anno è diverso dagli altri anni perché abbiamo una serie di misure di sicurezza sanitaria a cui dobbiamo attenerci, una normativa sia nazionale che regionale. – spiega – Abbiamo scritto una lettera alla Regione Lazio per rivedere la normativa per poter rispondere ai bisogno delle persone in più grave disagio sociale e chi non si trova in una struttura h24". In poche parole la necessità di fare i tamponi rapidi ogni giorno all'ingresso e la sanificazione delle stazioni renderebbe difficile mettere in atto un'azione di questo genere che pure ogni anno salva delle vite.
L'idea di Veronica Mammì è di lasciare prima della fine del mandato un diverso approccio al problema, con un bando quadriennale da 9 milioni di euro. "Vogliamo approcciare al problema dei senza fissa dimora finalmente in maniera strutturale, superando la logica assistenziale e delle grandi strutture per lavorare invece su piccole comunità che si facciano carico delle persone restituendogli alla fine di un percorso la loro autonomia. Per questo il bando è costituito da 27 lotti per strutture da 5, 10 e massimo 20 posti, per un totale di cinquecento persone accolte".
E se Roma è la città italiana con il maggior numero di senza tetto e dove l'emergenza abitativa è più drammatica, la crisi sociale innescata dall'emergenza sanitaria ha già peggiorato la situazione. Dal suo osservatorio l'assessora conferma "un aumento delle richieste di aiuto" e di accesso ai servizi. Per questo il Campidoglio sta conducendo "un'indagine sulle nuove povertà, così da rimodulare i servizi per rispondere a nuovi bisogni e problemi con efficacia".