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Lascia morire la compagna di polmonite, lei nel diario: “Mi umilia, ma ha promesso che cambierà”

La compagna morta di un 43enne a processo per omicidio volontario aggravato nel suo diario scriveva: “Mi umilia, ma ha promesso che cambierà”.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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"Mi umilia lo so, ma ha promesso che non lo farà più. Mi ha promesso che cambierà". La compagna quarantenne di Fausto Chiantera, il quarantatreenne a processo per omicidio volontario aggravato, in un diario racconta le violenze subite dall'uomo che credeva di amare e che diceva di amarla. In realtà si trattava di una relazione tossica e violenta, che nulla aveva a che fare con l'amore. Una terribile trappola all'interno della quale la donna era finita e da cui non è più riuscita ad uscire, nonostante i tentativi della sua famiglia di tirarla fuori. Una delle drammatiche storie delle quali vittime sono le donne, donne che restano imprigionate, quasi ‘congelate' all'interno di spirali fatte di manipolazioni ed abusi.

Ha lasciato la compagna morire di polmonite

Chiantera avrebbe promesso alla compagna che sarebbe cambiato, invece per la Procura della Repubblica di Roma, malata, l'ha lasciata morire di polmonite. Tra gli altri capi d'imputazione dovrà rispondere davanti alla Corte d’assise di Roma anche di cessione di stupefacenti, lesioni e maltrattamenti. Fatti che risalgono al 18 gennaio del 2022. In aula come riporta Il Messaggero, i giudici hanno ascoltato la mamma della vittima, che ha parlato i soprusi subiti dalla figlia di cui la famiglia era a conoscenza e dai quali i suoi cari hanno tentato di salvarla. Ha raccontato che l'uomo l'avrebbe condotta ad usare psicofarmaci e che aveva paura di essere drogata. Nel diario la vittima racconta di percosse, istigazione al suicidio, ricatto, stalking subiti dall'imputato. Usava contro di lei violenza psicologica, dicendole che era pazza, la umiliava e le controllava la vita.

Ha drogato la compagna lasciandola agonizzante

Finita in ospedale per le percosse, ha rifiutato il ricovero. Prima ha denunciato il compagno, poi ci ha parlato e ha ritirato la denuncia. Poi il decesso, Chiantera aveva organizzato un droga party a casa, per festeggiare il compleanno della compagna, ma lei si è sentita male. L'accusa è convinta che l'imputato l'avrebbe buttata a testa in giù nella doccia, facendole assumere cocaina e sostanze psicotrope, lasciandola in uno stato di incoscienza e di agonia per più giorni fino al decesso, avvenuto per una broncopolmonite massiva bilaterale, che se trattata correttamente poteva essere curata. L'uomo ha chiamato il 112 solo dopo che la compagna era morta.

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