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L’appello del padre di Veronica Di Nitto uccisa negli USA: “Il governo ci aiuti l’assassino è libero”

Le indagini negli USA sono state da poco chiuse e oggi il padre di Veronica De Nitto chiede all’Italia di fare pressione per riuscire a catturare l’ex fidanzato della figlia, unico sospettato dell’omicidio e in fuga da due anni: oggi si troverebbe in Messico.
A cura di Simona Berterame
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Sono trascorsi quasi due anni dall'omicidio di Veronica De Nitto, 35 anni di Latina, uccisa in California nel suo appartamento poi dato alle fiamme per cancellare ogni traccia. La ragazza si era trasferita alcuni mesi prima a Daly City, vicino San Francisco, per raggiungere la sorella che da tempo si trovava già Oltreoceano. Ma il 15 gennaio 2021 la vita le è stata bruscamente tolta con una coltellata alla gola.

La fuga dell'ex fidanzato

Renato Yedra Briseno, con cui la ragazza aveva intrapreso una breve relazione, è l'unico sospettato per la morte della 34enne. Il ragazzo, due anni più grande della vittima, ha fatto perdere le sue tracce il giorno dell'omicidio. Quando la vittima è stata rinvenuta senza vita e con la gola tagliata, Yedra Briseno, macellaio di origine messicana, era già fuggito. Da due anni è irreperibile e la polizia di Daly City ha emanato una taglia da dieci milioni di dollari.

L'appello del padre di Veronica

Luigi De Nitto da tempo denuncia una poca attenzione da parte delle autorità italiane nei confronti del caso sulla morte della figlia. "La comunicazione è poca tra le autorità italiane e quelle americane – ci spiega l'avvocato della famiglia Valerio Masci – l'ultimo contatto risale a gennaio 2021″. Luigi e il suo legale invece sono riusciti ad avere un'importante informazione: le indagini negli USA sono chiuse. Ora però serve che il fascicolo passi dalle autorità americane a quelle messicane, perché Renato Yedra Briseno si starebbe nascondendo da due anni proprio in Messico. Sembra un'operazione semplice ma i tempi sono indefiniti trattandosi di Stati Uniti e Messico. Per questa ragione Luigi ha deciso di lanciare un appello alle autorità italiane e in particolare al ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Dateci una mano a fare luce, abbiamo bisogno di una pressione del governo italiano affinché questo fascicolo attraversi il confine. Mia figlia era una cittadina italiana e aveva tutto il diritto di vivere, merita giustizia".

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