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Lamorgese spiega perché nessuno si è accorto del rave a Valentano e perché non è stato sgomberato

Ancora polemiche sul mega rave party organizzato ad agosto nei pressi del lago di Mezzano, Viterbo. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha ricostruito cronologicamente i fatti nel corso di un’informativa urgente alla Camera dei deputati e ha spiegato i motivi per cui quell’evento non era in alcun modo prevedibile e perché la soluzione dello sgombero non era praticabile.
A cura di Enrico Tata
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Tra il 14 e il 19 agosto migliaia di persone si sono radunate sulle sponde del lago di Mezzano a Valentano, provincia di Viterbo per un rave party illegale. Un ragazzo è morto annegato dopo essersi tuffato nel piccolo specchio d'acqua. La ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha ricostruito cronologicamente i fatti nel corso di un'informativa urgente alla Camera dei deputati e ha spiegato i motivi per cui quell'evento non era in alcun modo prevedibile e perché la soluzione dello sgombero non era praticabile.

La cronologia dei fatti: quando si è saputo del rave party

Secondo Lamorgese verso le 20.45 del 13 agosto sono stati controllati circa quaranta camper sulla via Aurelia, tra Livorno e Cecina. Coloro che erano a bordo non hanno voluto rivelare alle forze dell'ordine la loro destinazione e alcuni di loro avevano alle spalle reati tipici dei frequentatori di rave party. Per questo è stato disposto un monitoraggio: "Alcune ricostruzioni giornalistiche, nel riprendere un'espressione contenuta in un rapporto di polizia, hanno definito il dispositivo di monitoraggio messo in atto rispetto ai camper come una ‘scorta': ora è ben noto che il termine, definito impropriamente nell'occasione, definisce un dispositivo di tutela ravvicinata di persone esposte al rischio, riguardando quindi una misura che ha finalità per niente attinenti, anzi opposte" a quelle messe in atto in questo caso.

"Azione polizia ha impedito arrivo di 30mila persone"

Il 14 agosto un ragazzo ha chiamato i carabinieri e ha riferito che probabilmente un rave party stava per essere organizzato nei pressi di un lago italiano. Il luogo prescelto sarebbe stato indicato ai partecipanti soltanto dopo il posizionamento dei mezzi e l'avvio della musica. Nella notte la compagnia di Tuscania ha inviato una pattuglia di carabinieri a Valentano dopo che lo stesso ragazzo ha richiamato e ha indicato il luogo del rave. All'1,34, dopo l'invio dei carabinieri, qualcuno ha segnalato telefonicamente per la prima volta un via vai di mezzi sospetti intorno al lago. A quel punto, secondo Lamorgese, c'erano già migliaia di persone sul luogo del rave, con i ‘muri del suono' già installati e funzionanti. L'area del lago è estremamente vasta, è buia, è priva di recinzioni ed è raggiungibile da tantissime strade sterrate. L'area, ha riferito la titolare del Viminale, è stata subito chiusa e "cinturata". Sul posto hanno lavorato circa 900 uomini delle forze dell'ordine nei tre giorni in cui si è tenuto l'evento. "I servizi di controllo delle forze dell'ordine hanno impedito che si radunassero nell'area del rave fino a 30mila persone", ha spiegato Lamorgese.

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Perché il rave party non è stato sgomberato

La ministra ha inoltre spiegato il motivo per cui è stato deciso di non intervenire con la forze: "Dato l'alto numero di persone e la presenza di bimbi è stata ritenuta opportuna un'attività dissuasiva, mentre era controindicata l'azione di forza, con lo sgombero dell'area con il ricorso a idranti e lacrimogeni che avrebbero creato rischi per l'ordine pubblico e la salute". La strategia, "ampiamente condivisa dal Viminale", è stata quella di esercitare "una costante pressione per rompere il fronte dei manifestanti e isolando la fazione più irriducibile". Questa strategia, è il parere della ministra, ha consentito di evitare il proseguimento dell'evento che, nelle intenzioni degli organizzatori, sarebbe dovuto terminare il 23 agosto. Nella notte del 19 agosto, invece, è cominciato il deflusso dei partecipanti e tutti sono stati controllati e identificati (circa 4mila persone 1 oltre mille autoveicoli).

Tra l'altro, ha ricordato Lamorgese, "i rave party non sono un fatto inedito, né una questione italiana, ce ne sono stati tanti in passato ed in nessun caso si è deciso di intervenire con la forza se non quando lo hanno consentito circostanze di tempo e luogo. La linea del Viminale sull'ordine pubblico non può essere ondivaga, le forze dell'ordine agiscono sulla base di criteri che sono frutto di esperienze e competenze consolidate, non soggette ad improvvisazioni o cambiamenti ingiustificati. Ciò a garanzia di tutti, cittadini e forze di polizia".

Perché nessuno si è accorto del rave party a Valentano

Secondo Lamorgese era praticamente impossibile impedire preventivamente l'evento: l'iniziativa è stata organizzata sul web su canali privati. I partecipanti venivano invitati a partecipare, ma non venivano dati loro dettagli precisi sulla località e i tempi del rave. "Allo scopo di evitare i controlli, gli organizzatori avevano richiesto assoluta segretezza, riservandosi di dare indicazioni solo poco prima dell'inizio dell'evento, su chat private non accessibili agli estranei ai gruppi". I partecipanti, ha spiegato ancora la ministra, non sono arrivati solo da nord e dalla via Aurelia. In quei controlli non è stato registrato alcun flusso imponente di camper, che tra l'altro si sono mimetizzati con l'intenso traffico di ferragosto. "Nessuna polizia europea ha fornito indicazioni o informazioni relative alla programmazione dell'evento. Gli organizzatori del rave hanno messo in atto un metodo per aggirare i meccanismi di prevenzione che avrebbero potuto evitare l'evento".

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