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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

La volontaria che segue Elder in carcere: “Non è più catatonico, studia e scrive sul giornale”

Da quando i volontari dell’associazione ‘Gruppo Idee’ hanno cominciato a seguire Finnegan Lee Elder, il ragazzo ha iniziato ad aprirsi e parlare con gli altri. “Ha capito che non è solo”.
A cura di Natascia Grbic
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"Quando lo abbiamo cominciato a seguire era catatonico, non parlava con nessuno ed era letteralmente chiuso in se stesso. Da agosto ci sono stati dei miglioramenti: la situazione ovviamente è molto difficile, ma ha capito che non è solo, e ha iniziato ad aprirsi. La strada è tanta, e non sappiamo come reagirà in futuro: ma non lo abbandoniamo". A parlare a Fanpage.it è Chiara Guerra, volontaria del ‘Gruppo Idee', associazione che si occupa di aiutare i detenuti in carcere. La persona cui si riferisce è Finnegan Lee Elder, il 21enne che la notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 ha ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Il ragazzo, che all'epoca dell'omicidio aveva 19 anni, è recluso nel carcere di Rebibbia da ormai due anni, in attesa della sentenza di secondo grado prevista per metà marzo. "Abbiamo fatto dei passi in avanti con lui – continua Guerra – ma siamo ovviamente preoccupati di come potrebbe reagire di fronte al prossimo verdetto. Ricordiamoci che stiamo parlando di un ragazzo giovanissimo, entrato in carcere a 19 anni, con delle grosse difficoltà".

Finnegan Lee Elder si trova in carcere dal giorno successivo all'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Condannato al carcere a vita in primo grado, per lui la Procura ha chiesto l'ergastolo anche in appello. Per Gabriel Natale Hjorth sono stati chiesti invece 24 anni di carcere, con il riconoscimento delle attenuanti generiche. "Si rende perfettamente conto della situazione in cui si trova, ne è consapevole – spiega la volontaria – Inizialmente non ne voleva sapere di parlare con noi, poi grazie anche al lavoro fatto con la nostra psicologa ha cominciato a partecipare alle varie attività. Fa parte della redazione del nostro giornale, tra l'altro sa benissimo l'inglese quindi gli abbiamo detto che potrebbe rendersi utile ai detenuti stranieri per fornirgli le informazioni di base su come funziona la vita in carcere. Frequenta la scuola del penitenziario per imparare meglio l'italiano e vorrebbe iscriversi all'università. Ha anche ottenuto il permesso per andare in palestra, fare attività fisica lo sta aiutando molto".

Fondamentale è anche il rapporto con i genitori di Finnegan Lee Elder. "Sono delle persone meravigliose, che stanno cercando di seguire il figlio nel modo migliore possibile. Stando in America ovviamente è più difficile per loro, non riescono a venire in Italia sempre. Soprattutto è stato pesante il periodo della pandemia: Elder è qui da solo, in un paese che non è il suo, e non poteva nemmeno vedere la madre e il padre, se non in videochiamata. Abbiamo detto loro che dovevano essere la sua forza e sostenerlo in questo momento: e lo stanno facendo in modo egregio".

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