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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

La vedova di Mario Cerciello Rega: “Giustizia per mio marito solo nella prima sentenza”

La vedova di Mario Cerciello Rega ha commentato così la sentenza di ieri della Cassazione, che ha disposto un nuovo processo d’appello per Gabriel Natale Hjorth: solo la prima sentenza, con l’ergastolo ai due giovani americani, “diede onore e giustizia a mio marito, così come la medaglia d’oro al valor civile che fu conferita dal Presidente Mattarella”.
A cura di Enrico Tata
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La vedova di Mario Cerciello Rega intervistata a 'La Vita in Diretta' su Rai 1
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Rosa Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ha commentato così la sentenza emessa ieri sera dalla Corte di Cassazione:  "Per quanto mi riguarda, il processo di mio marito si è celebrato in primo grado. Dopo 50 lunghissime udienze capii come si erano effettivamente svolti i fatti quella maledetta notte di luglio.

Natale Hjorth, la sentenza di primo grado e l'appello bis

Nel processo di primo grado, Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, i due giovani americani che aggredirono Cerciello Rega nel luglio del 2019 a Prati, Roma, vennero condannati all'ergastolo. A uccidere materialmente Cerciello Rega fu Elder, che impugnava un coltello.

In secondo grado, i giudici della Corte d'Assise d'appello avevano condannato a 24 anni e Natale Hjorth a 22 anni. Un primo intervento della Cassazione aveva portato all'annullamento delle sentenze e a un processo d'appello bis. In quell'occasione le pene vennero ulteriormente ridotte dalla corte: 15 anni e due mesi per Elder, 11 anni e quattro mesi per Hjorth.

Su Hjorth i magistrati spiegarono che "non appare possibile, alla luce delle risultanze, aldilà di ogni ragionevole dubbio, riconoscere" al ragazzo "il concorso nel reato di omicidio volontario neppure a titolo di dolo eventuale".

La sentenza di ieri in Cassazione

La procura, però, ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione, riguardante la versione del collega sopravvissuto di Cerciello, Andrea Varriale, secondo cui quella notte i militari avrebbero chiaramente e inequivocabilmente mostrato il loro tesserino, qualificandosi come carabinieri. Una circostanza che secondo i giudici d'appello bis non era provata. La Cassazione ha respinto la richiesta della procura e ha invece chiesto ai giudici di Appello di valutare nuovamente e al ribasso l'accusa di concorso anomalo in omicidio per Hjorth. Si terrà quindi un terzo processo d'appello.

"Da vedova di un valoroso servitore dello Stato rispetto le sentenze, ma tutto cio' che e' accaduto dopo il primo grado non merita un mio commento", ha commentato ancora, tramite il suo avvocato Massimo Ferrandino, Rosa Maria Esilio.

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